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I PERCORSI ECCLESIALI FUTURI
In
questo anno pastorale, nel ritiro di settembre, nell’assemblea
comunitaria di ottobre e nella catechesi, abbiamo fatto una
riflessione comunitaria su alcuni percorsi per il cammino futuro
che ora presentiamo.
4.1
I percorsi della catechesi
La parrocchia si impegna ad
assicurare la catechesi a tutte le età, per essere fedele al
compito che il Signore le ha dato di spezzare il pane della parola
necessario alla crescita del regno di Dio. La catechesi non sarà
limitata alla iniziazione cristiana ma sarà continua, come fosse
il respiro della vita cristiana.
All’inizio di ogni anno
pastorale verrà scelta l’idea guida attorno a cui verrà
programmata la catechesi comune a tutti, che sarà messa a fuoco
nei ritiri spirituali comunitari o in altri incontri da definire,
e richiamata durante le celebrazioni liturgiche.
Ogni gruppo parrocchiale poi
avrà una catechesi adatta al suo cammino particolare.
La catechesi dovrà
rispettare le seguenti caratteristiche:
-
essere rivolta a tutti in modo continuativo,
indipendentemente dalle tappe celebrative dei sacramenti;
-
essere aderente alla vita dei singoli, ai segni dei
tempi e alle vocazioni che lo Spirito suscita continuamente;
essere attenta non solo alla
ortodossia della fede ma anche alla verità della prassi nella
vita economica, sociale e politica e nella testimonianza della
carità. I grandi temi che rappresentano i punti di maggior
travaglio nella storia interpellano in modo particolare la fede
cristiana. Se la comunità li trascura impoverisce la sua fede e
lo slancio missionario. 23
4.1.1 La
catechesi degli adulti.
Deve
rimanere l’impegno prioritario della comunità.
In
particolare occorre continuare a coinvolgere nella catechesi
ordinaria agli adulti i genitori che mandano i figli in
parrocchia.
Si
preveda che all’annuncio della Parola segua una riflessione
personale, un ascolto nelle coppie sposate e in gruppo.
Questo metodo, già
collaudato nella nostra comunità, favorisce la condivisione nella
fede e nella celebrazione e rafforza la testimonianza ecclesiale.
Si mantenga l’iniziativa di
riunire periodicamente i genitori dei bambini battezzati
negli ultimi anni, per continuare il cammino di fede fatto
in preparazione del battesimo e per favorire la collaborazione
nell’educazione dei bambini, fino a quando inizieranno a
frequentare la parrocchia.
4.1.2 La
catechesi dei giovani.
La catechesi nell’età
compresa fra la comunione di maturità e la “scelta
vocazionale” sarà attenta alle problematiche della vita
giovanile e a quelle della Chiesa e del mondo, perché i giovani
arrivino a una scelta di vita autentica e matura.
La parrocchia affronti con i
giovani il tema dell’educazione ai valori affettivi e sessuali e
stimoli le loro famiglie ad essere un luogo in cui questi valori
sono vissuti concretamente.
In particolare sviluppi il
tema vocazionale, perché i giovani conoscano le varie
chiamate che si realizzano entro la Chiesa e siano aiutati
a scoprire e realizzare quella che il Signore riserva per ognuno
di loro.
4.1.3 La
catechesi dell’iniziazione cristiana.
Il percorso catechetico
dell’iniziazione incomincia all’età di sei anni e termina a
diciotto anni. Segue le tappe della crescita con le modalità
seguenti:
-
Nel primo biennio vengono trasmessi i primi
elementi della fede, della celebrazione e della carità
ecclesiale.
-
Nel secondo
biennio vengono celebrati per la prima volta i sacramenti della
riconciliazione e della eucarestia di prima comunione.
In
questi anni i fanciulli restino suddivisi in gruppi corrispondenti
alle classi scolastiche, per facilitare il loro inserimento nel
gruppo e nella parrocchia, e perché i genitori e la parrocchia
possano stabilire rapporti di collaborazione.
-
Nel terzo e quarto biennio vengono proposti i temi
previsti nei catechismi.
-
Il quinto biennio comprende la celebrazione della
cresima;
-
Il sesto biennio comprende la celebrazione della
comunione di maturità.
In questi anni la catechesi
sia indipendente dalle classi scolastiche e la suddivisione in
gruppi venga fatta in modo da rendere possibile, quando sia utile,
un cammino diversificato, che favorisca la formazione dei singoli
e il lavoro dei gruppi.
Nella catechesi
dell’iniziazione verrà data una grande attenzione:
-
alla assimilazione dei contenuti della fede e della
celebrazione;
-
alla partecipazione alla celebrazione eucaristica
festiva in parrocchia,
-
alla sensibilizzazione alle iniziative di carità
promosse dalla parrocchia;
-
alla disciplina, necessaria per la partecipazione
fruttuosa alla catechesi,
-
alla crescita nella maturazione cristiana.
I genitori che chiedono il
catechismo si impegnano:
-
ad accompagnare i figli in tutto il percorso
dell’iniziazione. 24
-
a collaborare con i catechisti, perché i figli
possano completare il lavoro svolto in parrocchia e assimilare i
contenuti della catechesi;
-
a partecipare normalmente alla celebrazione
eucaristica festiva in parrocchia, agli incontri di catechesi per
gli adulti e a quelli fatti specificamente per loro;
-
a collaborare alle attività che la parrocchia fa
per i loro figli.
I genitori che non
condividono il cammino ecclesiale ma richiedono che i loro figli
partecipino al cammino di iniziazione, dovranno concordare con il
parroco come assicurare ai figli l’educazione cristiana.
In particolare venga
rivalutato il ruolo del padrino, che è persona di fiducia della
comunità e della famiglia, che si impegna di introdurre e
accompagnare il fanciulli nel cammino di iniziazione.
La comunità metta la massima
cura nel formare un gruppo di catechisti autorevoli nel
trasmettere la parola di Dio.
I catechisti siano testimoni
della fede, siano disponibili a lavorare in gruppo e a partecipare
agli incontri di formazione e di preghiera previsti per loro in
forania e in parrocchia.
La parrocchia favorisca la
partecipazione dei catechisti alla scuola di teologia o ai corsi
di aggiornamento catechetico e biblico. Faccia in modo che il
gruppo catechisti sia sufficiente a coprire le necessità
ordinarie e straordinarie della catechesi, assicurando la
disponibilità di catechisti per gli avvicendamenti.
I catechisti si faranno
premura di:
-
concordare tra loro il lavoro, in modo che sia ben
armonizzato;
-
lavorare in sintonia con il parroco e il consiglio
pastorale;
-
ricercare la collaborazione tra loro e con i
genitori;
-
partecipare
alla catechesi degli adulti e
collaborare all’attività dei gruppi.
4.1.4 Iniziative
per la catechesi
Ogni anno verranno celebrate
due feste della catechesi:
-
il mandato ai catechisti all’inizio dell’anno
pastorale;
-
il ringraziamento per l’anno catechistico alla
conclusione dell’anno pastorale.
Queste feste vengano
celebrate in modo che:
-
la comunità prenda coscienza che il compito di
evangelizzare compete a tutti i cristiani;
-
i catechisti sentano di essere non battitori liberi
ma persone mandate, accompagnate e sostenute dalla comunità, che
le affida alla grazia del Signore per questa impresa. 25
Come annunciare il
vangelo senza prima essere mandati? 26
La parrocchia, in
collaborazione con la forania o se necessario, da sola, favorisca
lo studio sistematico della bibbia, e in particolare del nuovo
testamento, perché i fedeli e gli operatori pastorali possano
attingere direttamente alle fonti della Parola.
Si formi quanto prima, con la
collaborazione delle persone più sensibili e preparate, una
“Commissione per la catechesi” che rappresenti le varie fasce
di età e si faccia carico di programmare tutta la pastorale
catechetica.
Si veda anche di costituire
una biblioteca finalizzata alla formazione cristiana,
predisponendo il finanziamento necessario e assicurando la
presenza di persone che curino il suo funzionamento.
4.2 I
percorsi della celebrazione.
La nostra comunità continui
a preparare con impegno e celebrare con amore la liturgia,
rispondendo ai bisogni che emergono in questo nostro tempo e
inseguendo l’ideale proposto dall’ultimo Concilio là dove
dichiara che “le azioni liturgiche sono celebrazioni della
Chiesa, che appartengono all’intero suo corpo, lo manifestano e
lo implicano e tutti i singoli membri vi sono interessati in
diverso modo, secondo la diversità degli stati e degli uffici. 27
Appaia soprattutto la natura
della Chiesa, costituita da adulti, uomini e donne, che rispondono
con responsabilità e con gioia al Signore che li convoca nel
giorno a lui consacrato e non delegano a nessuno il proprio posto
nell’assemblea del popolo di Dio.
La comunità favorisca il
formarsi di una “Commissione per la liturgia”, composta da
persone sensibili a questo tema e disponibili per preparare le
celebrazioni e far conoscere e amare la liturgia a tutta la
comunità.
4.2.1 L’anno
liturgico.
Il cristiano vive nel tempo
e si immedesima con esso.
Quando infatti rievoca un
evento della salvezza sente il bisogno di attualizzarlo
inserendolo nei ritmi regolari del tempo.
La Chiesa distribuisce tutto
il mistero di Cristo nel corso di un anno liturgico, perché gli
eventi salvifici possano incontrare l’uomo, comunicargli la
salvezza di cui sono l’origine e mantenere viva in lui
l’attesa del ritorno del Signore.
La nostra comunità faccia in
modo che l’anno liturgico scandisca il ritmo di tutta
l’attività pastorale, per trovare nella liturgia la fonte e il
culmine della vita cristiana.
Si mantenga l’impegno di
santificare i tempi forti dell’anno liturgico con il ritiro, la
veglia e la celebrazione penitenziale comunitaria nelle tre
maggiori solennità.
4.2.2 La
domenica.
La Chiesa celebra il mistero
pasquale ogni otto giorni, in quello che giustamente chiama giorno
del Signore o domenica.
Bisogna educare i fedeli a
vivere la santità della domenica, riunendosi in assemblea per
ascoltare la parola di Dio, essere trasformati dalla sua grazia e
confermare la
propria identità di popolo eletto.
La domenica sia la festa
della comunità, il giorno che distingue e qualifica il cristiano
e un segno importante di appartenenza alla Chiesa.
I cristiani siano sempre
coscienti che “non possono vivere senza celebrare il giorno del
Signore”. 28
Celebrare l’eucarestia deve
essere espressione della riconoscenza di tutti verso il Signore,
che ci chiama a essere la sua Chiesa e ci dà la forza di vivere
la fraternità e di andare incontro ai fratelli che sono nel
bisogno.
4.2.3 La
liturgia delle ore.
La comunità avrà cura di
continuare con perseveranza il canto delle lodi e, ogni volta che
sia possibile, il canto dei vespri.
La Chiesa innalza insieme con
Cristo la lode al Padre nelle varie ore del giorno, che trascorre
nel ricordo delle opere della nostra salvezza.
Lo fa con le parole che lo
Spirito pone sulle sue labbra, dopo averle fatte risuonare nel suo
cuore.
Si cerchi di curare
l’educazione a questa forma di preghiera e di diffondere la
conoscenza dei salmi, in modo che la liturgia delle ore
diventi la preghiera normale del cristiano e della comunità.
La preghiera delle ore venga
favorita soprattutto nei campi scuola, nelle celebrazioni
particolari e nei gruppi.
4.2.4 L’iniziazione
cristiana.
Con
il Battesimo, la Cresima e l’Eucarestia una persona viene
“iniziata” nella
vita cristiana, cioè resa capace di viverla e di darne
testimonianza al mondo.
Nel celebrare questi tre
sacramenti, che formano il cristiano, la comunità segue con
fedeltà il Direttorio dell’iniziazione cristiana in vigore
nella nostra diocesi.
In particolare richiede il
cammino di fede previsto per preparare ogni sacramento.
Dal momento che questi
sacramenti vengono celebrati prima della maggiore età, la
famiglia venga coinvolta nell’itinerario che la comunità
propone.
L’iniziazione incomincia
con il rito di accoglienza nella comunità.
Esso mette in luce che:
-
Cristo vive nella comunità cristiana e lì i
discepoli lo incontrano;
-
essere accolti nella comunità e vivere in essa è
indispensabile al Regno;
-
i sacramenti non appartengono alla persona o alla
famiglia ma al Signore che li celebra
con la sua comunità.
La celebrazione del battesimo
richiede almeno tre mesi di preparazione.
I genitori vedano di
comunicare subito in parrocchia la nascita di un figlio.
I cammini iniziano in
ottobre, in gennaio e dopo la celebrazione della pasqua.
L’eucarestia di
prima comunione viene celebrata nel quarto anno di
catechesi.
La cresima si celebra
attualmente alla fine del decimo anno di catechesi e la comunione
di maturità alla fine del dodicesimo.
La celebrazione dei
sacramenti dell’iniziazione richiede la partecipazione a tutti i
percorsi del cammino ecclesiale o, quando vengono celebrati dagli
adulti, un opportuno tempo di catecumenato, secondo la tradizione
della Chiesa.
4.2.5
Le altre celebrazioni.
La riconciliazione.
E’
opportuno che il sacramento della riconciliazione venga celebrato
la prima volta entro la Messa festiva, per mettere in risalto la
natura e l’importanza del sacramento.
Si
celebri periodicamente la penitenza comunitaria e si educhino i
fedeli a frequentare questo sacramento.
I fedeli
vengano aiutati a praticare l’accompagnamento o direzione
spirituale per formarsi a vivere una vita cristiana matura.
Il matrimonio
Sia oggi
tenuto in particolare considerazione, per liberare le sue grandi
potenzialità sacramentali, recuperare la dimensione familiare
della comunità cristiana e superare gli ostacoli che la famiglia
incontra nella vita economica e sociale.
In
particolare la parrocchia curi queste iniziative:
-
preveda almeno un anno di preparazione al
matrimonio.
E’
bene che i cristiani, fin dall’inizio del fidanzamento, si
preoccupino di fondare cristianamente il loro amore e partecipino
per tempo al cammino di fede verso il matrimonio, anche prima di
stabilire la data della celebrazione.
-
faccia in modo che la festa annuale della famiglia,
entro la quale è bene ricordare gli anniversari di matrimonio,
metta in luce la santità del matrimonio ed educhi a viverlo come
segno, nel nostro tempo, dell’amore di Cristo per la Chiesa.
-
istituisca una festa del fidanzamento, in modo che
i giovani e la comunità scoprano il periodo di preparazione al
matrimonio come tempo di grazia, e vivano con gratitudine la
vocazione di formare una famiglia cristiana.
La consacrazione al Signore e al Regno.
Da
sempre il Signore chiama alcune persone a seguirlo con una
consacrazione speciale a lui e al suo Regno. Queste chiamate sono
un dono prezioso del Signore alla comunità cristiana.
La
nostra comunità cerchi di presentare in modo adeguato la
vocazione al ministero sacerdotale e alla consacrazione religiosa,
e in particolare nell’ordine delle vergini, per accrescere nei
fedeli la stima, la preghiera e la collaborazione. E’ infatti la
parrocchia l’ambito naturale in cui questo seme attecchisce e
matura. La comunità curi ogni anno la veglia di preghiera per le
vocazioni e, quando si verificasse qualche partenza vocazionale,
la celebri come grande festa della comunità.
Si
introduca la celebrazione di una giornata o veglia per il pastore,
per aiutare a vivere bene il rapporto tra il pastore e la comunità.
La cura degli infermi.
La
Chiesa continua nel tempo a manifestare l’amore di Gesù per i
malati e a rinnovare per loro i suoi gesti di salvezza.
In
particolare la nostra parrocchia mantenga e sviluppi queste
iniziative:
-
la visita
periodica del sacerdote, per assicurare la possibilità del
dialogo e del sacramento della riconciliazione.
-
il servizio dei ministri della comunione che portano l’eucarestia
ai malati nei giorni festivi, per dare a tutti la possibilità di
celebrare le feste uniti alla comunità;
-
la celebrazione comunitaria del sacramento degli infermi,
da rinnovare ogni tre anni, preceduta da una congrua preparazione
catechetica e liturgica.
I funerali.
Il
funerale cristiano viene celebrato per tutti coloro per cui viene
richiesto. Sia un momento di preghiera per i nostri defunti, di meditazione sulla vita eterna e di solidarietà con i
nostri fratelli che fanno l’esperienza del dolore.
La
veglia funebre venga celebrata in chiesa.
Se
si recita una parte del rosario, venga dato spazio alla
proclamazione della parola, al canto e alla preghiera dei salmi.
La
veglia sia presieduta dal parroco o dai ministri della comunione.
I
parenti del defunto si facciano premura di segnalare anche nelle
epigrafi l’orario della veglia, così da favorire la
partecipazione a questo momento di preghiera anche a chi
non può partecipare al funerale.
4.2.6 La
preghiera in famiglia.
La famiglia cristiana è una
piccola Chiesa soprattutto quando si riunisce nell’intimità
della preghiera.
La preghiera in famiglia è
esperienza della natura della famiglia e della Chiesa.
La preghiera in famiglia
infatti manifesta ed esalta il forte coinvolgimento affettivo
delle persone che pregano insieme e la presenza di Cristo
che si rinnova dove due o più vivono la comunione nel suo nome. 29
4.3
I percorsi della carità.
La carità è l’ambito
della vita ecclesiale in cui i cristiani verificano e completano
l’ascolto della parola e la celebrazione.
Per essi la carità non è
solo solidarietà verso chi è nel bisogno ma anche manifestazione
che ricercano prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia.
La carità si manifesta
innanzitutto nello stile di vita dei cristiani.
In una società pervasa dalla
ricerca dell’avere e dal consumismo è importante vivere una
vita sobria, leale e aperta al bisogno di chi viene emarginato.
Essa si manifesta anche
nell’uso che la comunità fa dei beni.
Diventa importante rendere
visibile, anche nel bilancio economico della parrocchia, i beni
che la comunità destina alla carità.
4.3.1
Gli obiettivi.
Ci
proponiamo di realizzare nel nostro futuro questi obiettivi:
-
dare a tutti quelli che frequentano la parrocchia
l’opportunità di crescere nella comunione ecclesiale. Gli Atti
degli Apostoli documentano quanto era importante la testimonianza
della carità nella Chiesa apostolica. 30
-
promuovere incontri aperti a tutti e insieme rispettosi
della comunità cristiana, della fede che professa e dei valori
che esprime.
Ci
proponiamo infatti di accogliere le persone in una comunione in
cui ci sia la reciprocità del rispetto e della condivisione.
L’accoglienza
deve avvenire anche nel rispetto delle strutture e dei locali
della parrocchia che sono destinati alla pastorale.
La
Chiesa non può rinunciare ad educare ai valori della vita e a
condurre all’incontro con il Cristo Salvatore, per essere fedele
al vangelo che chiama ad amare come Dio ama.
-
essere una comunità aperta verso i cristiani che non
frequentano, per intessere con loro dialogo, amicizia e
condivisione dei valori.
Le
iniziative della carità acquistano valore cristiano in quanto
sono segni di comunione ecclesiale.
-
costituire un gruppo di persone che esercitino il ministero
dell’accoglienza a nome della comunità, perché chi si avvicina
alla comunità si senta amato come fratello nel Signore e perché
venga informato adeguatamente sulla
parrocchia e sulle sue iniziative pastorali.
-
essere una comunità aperta, accogliente e solidale verso
le persone che vivono nel territorio. “La Chiesa ... crede di
poter contribuire molto a rendere più umana la famiglia degli
uomini e la sua storia.” 31
“Ogni
genere di discriminazione nei diritti fondamentali della persona
deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di
Dio.” 32
“Iddio,
che ha paterna cura di tutti, ha voluto che gli uomini formassero
una sola famiglia e si trattassero tra loro con animo di
fratelli.” 33
4.3.2
Le
attenzioni
Auspichiamo che si sviluppino
queste attenzioni:
-
educazione alla solidarietà:
La scelta preferenziale per i
poveri è un elemento centrale dell’identità cristiana ed
ecclesiale.
L’etica cristiana ha una
dimensione sociale e si interessa ai grandi temi che travagliano
la vita sociale, economica e politica.
-
accoglienza dentro la comunità.
Attraverso il Circolo
parrocchiale e l’uso degli spazi e degli ambienti parrocchiali
si curino le relazioni fraterne, la condivisione dei momenti di
festa per i gruppi e per tutta la comunità.
-
accoglienza nel territorio cittadino.
La comunità si faccia carico
delle povertà e dei bisogni di chi le vive accanto ed educhi i
fedeli a impegnarsi a risolvere i problemi comuni, mettendo in
atto tutte le collaborazioni per la promozione della vita umana.
-
rafforzamento della caritas parrocchiale.
La caritas va intesa come
mezzo pedagogico e strumento di pastorale per garantire
l’animazione di tutta la comunità alla carità, facendo in modo
che la carità sia al centro del lavoro e del cammino della
comunità stessa. 34
Si cerchino nuove adesioni,
soprattutto di giovani, e le si dia una struttura visibile, per
metterla in grado di attuare un programma di formazione e di
iniziative che, anche in collaborazione con la forania e con la
diocesi, educhino alla carità, al volontariato e alla pace.
-
istituzione di un fondo di solidarietà.
Una iniziativa della
parrocchia di adozione a distanza è stata accolta e continuata
con molta generosità.
Si studi la possibilità di
istituire in parrocchia un fondo permanente di solidarietà da
utilizzare per microrealizzazioni nel nostro territorio e nel
mondo per particolari situazioni di bisogno.
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