5 LE ISTANZE EMERGENTI                         

5.1  L'unità della comunità

       5.1.1  L'indivisibilità del cammino ecclesiale                   

      5.1.2  I cammini diversificati

5.2  La centralità della comuni

       5.2.1  La comunione ecclesiale                         

      5.2.2  La disciplina ecclesiale

5.3  La visibilità della comunità

       5.3.1  Le feste                         

       5.3.2  L'informazione

5.4  L'apertura della comunità

  

pagina 6 di 7

Parrocchia dell'Annunciazione a Maria Vergine

Campolongo di Conegliano (TV)

 

5   LE ISTANZE EMERGENTI

 

Il Regno cresce nel  tempo e secondo le possibilità che il Signore stesso apre alla sua Chiesa. Per conciliare la situazione attuale della comunità con le esigenze del Regno dobbiamo porre attenzione ad alcune istanze emergenti.

 

5.1  L’unità della comunità

I percorsi ecclesiali partono da situazioni di vita cristiana molto diverse e devono condurre ad essere tutti una cosa sola. 35

Oggi nella nostra comunità dobbiamo rispettare due esigenze.

 

5.1.1  L’indivisibilità del cammino ecclesiale.

Il cammino ecclesiale che abbiamo delineato è indivisibile nei suoi percorsi.

Vivere la vita ecclesiale significa condividere l’ascolto della parola, la celebrazione della salvezza e l’esercizio dell’amore fraterno.

Il Signore Gesù, celebrando la sua pasqua con i suoi discepoli, li ha amati fino alla fine nel dono di se stesso:

-    nella sua parola, come manifestazione del disegno del Padre,

-    nel suo corpo e del suo sangue, come memoria che attualizza la salvezza,

-    nell’amore fraterno, come compimento dell’amore divino.

Egli ha dato loro il compito e il potere di perpetuarli in sua memoria.

Solo continuando questa testimonianza di Gesù la Chiesa può raccoglierne l’eredità e donarla, come grazia, a quanti Egli chiama a salvezza.

Non possiamo ridurre la memoria di Gesù solo alla fede o solo alla celebrazione o solo alle opere di carità, e separare ciò che Dio ha voluto unito nella sua vita e in quella della sua Chiesa.

La nostra comunità di norma richiede:

-    a chi domanda di celebrare i sacramenti, di partecipare a  un cammino di formazione specifica;

-    a chi partecipa alla catechesi parrocchiale, di frequentare anche l’eucarestia domenicale in parrocchia;

-    a chi frequenta gli spazi e le iniziative parrocchiali, di esprimere e favorire la comunione che l’amore divino compie nella catechesi e nella celebrazione.

Nel cammino ecclesiale, infatti, la Chiesa si manifesta e si edifica come sacramento, cioè segno e strumento della comunione di Dio con gli uomini.

Come madre si fa prossima ad ogni uomo, lo accoglie, lo educa alla fede e lo fa partecipe della sua vita e della sua missione.

 

5.1.2  I cammini diversificati.

Siamo chiamati a far pastorale in un territorio e in un tempo in cui la vita concreta delle persone e la loro religiosità manifestano vissuti molto diversi.

Si va da una partecipazione viva e convinta fino all’abbandono della vita cristiana.

Oggi risentiamo del diffuso clima pluralistico in cui emergono la crisi della fede, l’appartenenza parziale a Cristo e alla Chiesa e la perdita delle evidenze etiche legate al messaggio cristiano. 36

Occorre farsi attenti alla domanda e, attraverso il dialogo e il discernimento, verificarne i motivi e le spinte e proporre un cammino che risponda alle esigenze spirituali di ciascuno e, nello stesso tempo, sia fedele al vangelo.

La nostra comunità deve cercare di offrire la possibilità di cammini diversificati, in modo che gli eventi della salvezza siano vissuti adeguatamente.

A tutti i cristiani deve essere data la possibilità di sintonizzarsi con gradualità e verità con la vita ecclesiale, nel rispetto del vissuto di ognuno e di quello della comunità.

Si veda di introdurre queste diversificazioni nei percorsi della catechesi, per dare ad ogni persona il sostegno di cui ha bisogno senza mortificare il cammino degli altri. 

Occorre una particolare attenzione soprattutto nel rispondere alla domanda dei sacramenti e nell’accogliere i divorziati, i conviventi  e le persone che vivono situazioni particolari.

Lo scopo dei cammini diversificati non è quello di discriminare o emettere giudizi di merito sulle persone ma di servire la verità, di rispondere alle varie situazioni di fede e di vita e di non privare nessuno della possibilità di un approccio graduale alla salvezza.

Questo comporta un impegno particolare per organizzare l’iniziazione cristiana come un processo formativo all’esperienza di vita cristiana e per preparare un numero adeguato di formatori. 37

 

5.2  La centralità della comunità.

Il Concilio Vaticano II insegna che  “Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse”. 38

Infatti non siamo noi a scegliere il Signore ma è lui ad averci scelti e riuniti nella sua Chiesa. 39   Egli ci ha consegnato il comandamento di amarci gli uni gli altri e ha pregato il Padre perché siamo una cosa sola. 40

Fin dalle origini della Chiesa le caratteristiche della comunità cristiana sono l’essere assidui, lo stare insieme, l’avere un cuor solo e un’anima sola e la comunione dei beni. Il Signore stesso esalta l’importanza della comunità, perché ogni giorno “aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.” 41

La nostra parrocchia deve quindi avere la preoccupazione costante di:

- educare i fedeli all’appartenenza ecclesiale, cioè a partecipare alla vita della propria comunità.

La comunità, come madre, ci genera alla vita in Cristo e accompagna la nostra crescita mediante il vangelo, i sacramenti e il dono dello Spirito.

La comunità, a sua volta, vive dei carismi e della santità dei suoi membri. Ogni cristiano che vive la comunità ecclesiale si sente da essa amato e mandato dalla comunità a svolgere una missione per il Regno e si preoccupa di amarla e di farla amare.

 

- curare che i percorsi della catechesi, della celebrazione e della carità prevedano tempi e spazi per la partecipazione in coppia e in gruppo, in modo che il cammino di fede favorisca la comunione ecclesiale di coloro che vi partecipano.

In particolare in questo momento storico è necessaria una educazione a perseguire due obiettivi urgenti.

 

5.2.1.  La comunione ecclesiale

Bisogna fare in modo che i cristiani vivano nella comunità come in una famiglia, per sperimentare la gioia di incontrare Dio come padre e i cristiani come fratelli e sorelle.

La comunità resta anche luogo di confronto di esperienze, di attese diverse e talora di tensione tra le persone ma la libertà e i carismi dei singoli devono comporsi nella comunione ecclesiale.

Occorre riconoscere la libertà di tutti, perché, quanto più essa è favorita, tanto più la comunione diventa ricca e gioiosa. In particolare sono da incoraggiare quanti fanno scelte di vita più coraggiose e più vicine al vangelo.

Carità pastorale è mettere tutti nella condizione di esprimere il meglio dei carismi che il Signore ha dato a ognuno.

Occorre favorire la comunione, perché la libertà delle singole persone trovi lo spazio adatto per esprimersi ed espandersi.

La comunione ecclesiale funziona quando ogni battezzato svolge la sua parte per l’edificazione del regno e quando i carismi di ognuno vengono riconosciuti come dono per la comunità.

Comunione ecclesiale non è appiattimento sulle cose che tutti sono disposti a fare ma stimolo a camminare con chi è più avanti sulla via del Signore. Gesù e di Paolo che si sono posti come modelli da imitare. 42

5.2.2   La disciplina ecclesiale

Nella Chiesa nessuno può disporre della evangelizzazione secondo criteri e prospettive personali, perché Gesù ha affidato alla Chiesa intera la missione di continuare l’opera della redenzione.

La pastorale parrocchiale fa riferimento al parroco e al Consiglio pastorale, che a loro volta lavorano in comunione con il Vescovo e il suo presbiterio.

Gesù, a chi vuole essere suo discepolo, chiede la conversione e la disponibilità a seguirlo. Una pastorale autentica non potrà mai fare a meno di annunciare, celebrare e servire il vangelo in tutti i suoi contenuti.

La Chiesa nello svolgere questo compito dovrà rispondere ad alcuni criteri fondamentali, che scaturiscono dalla stessa missione salvifica affidatale dal Signore Gesù. In virtù di questi criteri l’operatore pastorale dovrà comunicare la fede e l’insegnamento autentico della Chiesa, sarà attento alle condizioni concrete in cui vivono gli uomini e le donne di oggi, sosterrà e accompagnerà con gradualità il loro cammino verso la santità.  43

Non dobbiamo esitare a mostrare fin dove è possibile la profondità del mistero.

Le persone che educhiamo alla fedeltà alle esigenze del vangelo goderanno la gioia e ringrazieranno il Signore del cammino che hanno potuto fare nella propria comunità cristiana.

La comunione ecclesiale si raggiunge con il discernimento comunitario.

Di fronte alle problematiche che insorgono i cristiani evitano la critica senza responsabilità e sciolgono i fratelli dalla colpa attraverso la correzione fraterna e graduale. 44

I problemi vanno presentati nel posto giusto e nel rispetto delle varie responsabilità e vanno valutati alla luce della parola di Dio.

Le soluzioni ultime vengono elaborate dal Consiglio pastorale, che partecipa, insieme con il parroco, alla missione pastorale della Chiesa.

A tutti è richiesta la disciplina ecclesiale, che  si manifesta nell’accogliere le norme e gli orientamenti con cui il Consiglio pastorale regola la vita della comunità cristiana, nel rispetto di ciò che lo Spirito dice alla nostra Chiesa.

La disciplina ecclesiale dona agli operatori pastorali sicurezza e serenità nel loro lavoro e a tutti la gioia di appartenere ad una comunità che cerca di essere fedele al suo Signore.

L’apostolo Giacomo insegna: “Chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla.” 45

 

5.3  La visibilità della comunità.

 

La nostra parrocchia è stata interessata da una vasta immigrazione, dovuta al recente sviluppo urbanistico del quartiere.

Oggi è abitata da molte persone, in prevalenza membri di famiglie giovani, estranee al contesto sociale e religioso della comunità.

Non è cessato il flusso di emigrazione verso altre chiese che ha caratterizzato il nostro passato di paese di periferia cittadina.

Si diffonde sempre più nei cristiani una crisi di identità e una difficoltà ad appartenere visibilmente alla parrocchia.

Occorre dare vita ad alcune iniziative che aiutino a far comunità secondo le istanze del nostro cammino ecclesiale e a rendere la comunità visibile e amabile così che tutti possano sperimentare quanto sia bello e soave che i fratelli vivano insieme. 46

 

5.3.1  Le feste.

Vediamo opportuno che siano celebrate due giornate in cui i fedeli possano vivere l’appartenenza alla comunità cristiana come dono del Signore e festa fra fratelli:

 

-      la festa della dedicazione della chiesa parrocchiale.

Ora abbiamo terminato i lavori di restauro statico, architettonico e artistico della chiesa e celebrato la solennità della sua dedicazione.

Ne faremo memoria ogni anno, la prima domenica di ottobre, come festa di una comunità che si sente Chiesa viva che cammina nel tempo.

La festa inaugurerà anche l’anno pastorale e richiamerà i cristiani a seguirne con convinzione i percorsi .

 

-      la festa dell’appartenenza.

Continui ad essere celebrata alla fine dell’anno pastorale per aiutare le persone a rivivere le esperienze più significative dell’anno attorno, a conoscersi e a condividere nella gioia il dono dell’amore che le lega tra di loro e con il Signore.

Si svolga attorno a una celebrazione liturgica forte, alla convivialità e alla comunicazione, attraverso iniziative appropriate, di alcuni momenti significativi della vita parrocchiale.

 

5.3.2  L’informazione.

La parrocchia abbia cura di informare costantemente i fedeli sulla vita della comunità e in particolare sulle iniziative pastorali circa i percorsi pastorali che abbiamo presentato.

In particolare curi il foglio domenicale “Annuncio”, che scandisce la vita della comunità seguendo il tempo liturgico.

Si continui a farlo arrivare, almeno per alcuni eventi più importanti, a tutte le famiglie della parrocchia, come testimonianza del nostro impegno e come invito a partecipare al cammino ecclesiale.

Sarebbe bene pubblicare un documento sulla iniziazione cristiana, per far conoscere gli orientamenti che i Vescovi italiani danno su tre situazioni particolari:

-      gli adulti che non hanno ricevuto il battesimo e domandano i

       sacramenti dell’iniziazione cristiana;

-      i fanciulli e i ragazzi che chiedono di essere iniziati al mistero del

      Cristo e alla vita della Chiesa

-       le persone che hanno ricevuto il battesimo ma non sono

        sufficientemente evangelizzate, hanno abbandonato la pratica

        religiosa ed ora desiderano risvegliare la fede ricevuta e vivere

        l’esperienza cristiana in maniera consapevole e operosa. 47

 

5.4  L’apertura della comunità.

La Chiesa annuncia il vangelo ai fedeli ed essi lo portano agli altri.

Il nostro impegno in questi anni si è rivolto soprattutto ai praticanti con l’intento di formare con loro una vera comunità cristiana.

Ora, insieme, dobbiamo rivolgerci a tutti gli abitanti del nostro quartiere.

E’ importante che nel territorio ci sia una comunità cristiana di riferimento a cui il Signore possa affidare coloro che Egli salva. 48

Oggi nel territorio della parrocchia convivono persone che hanno atteggiamenti molto diversi riguardo al vangelo.

Occorre che i cristiani siano disponibili e preparati per annunciare il vangelo a tutti:

-    a quelli che non partecipano al cammino ecclesiale, per offrire l’annuncio che risvegli in loro il bisogno di partecipazione,

-    ai cristiani lontani dalla comunità, per aiutarli a rientrare nella comunione della Chiesa che vive nel loro territorio e che ha bisogno anche di loro per vivere la pienezza della ricchezza di Cristo.

-     ai credenti appartenenti ad altre religioni, per aprirci insieme alla pienezza della grazia che viene offerta agli uomini in Cristo Gesù.