Eventi significativi      

1  la dedicazione della chiesa parrocchiale                                                 

2  la consacrazione nell'Ordo virginum 

                        

3  Il giubileo   

 

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EVENTI SIGNIFICATIVI

 

In questo periodo la comunità ha vissuto tre eventi significativi.

 

 

1  La dedicazione della chiesa parrocchiale.

 

Sabato 4 ottobre 1997 il vescovo Alfredo Magarotto ha dedicato a Dio, nel ricordo dell’annunciazione del Signore a Maria Vergine, la nostra chiesa parrocchiale.

La consacrazione è stata fatta perché non esisteva memoria che fosse avvenuta in passato e perché la chiesa è stata ristrutturata in modo radicale.

La liturgia inizia alle ore 18.00 dopo il primi vespri della domenica.

La comunità si era preparata a questo evento seguendo la catechesi specifica fatta per gruppi ai bambini, ai ragazzi, agli adulti e alla terza età e con la preghiera.

Il Vescovo incontrava per la prima volta la comunità.

All’ingresso viene cantato “Gerusalemme, Gerusalemme”, composto e musicato per questa occasione e vengono portati al Vescovo un libro che raccoglie notizie sulla chiesa parrocchiale, la documentazione fotografica sui lavori e il nome delle persone che vi hanno lavorato, la tovaglia dell’altare ricamata a mano  e lo sparito del canto.

La liturgia è stata seguita con grande devozione, in particolare l’unzione con il sacro crisma dell’altare e delle croci poste sulle pareti della chiesa.

L’altare diventa simbolo di Cristo, che il Padre unse di Spirito Santo e costituì sommo sacerdote, perché offrisse il sacrificio del suo corpo per la salvezza di tutti e la chiesa materiale diventa immagine del popolo sacerdotale che si riunisce davanti all’altare.

Alla fine della liturgia molti fedeli si sono recati a baciare l’altare e si sono fermati a festeggiare l’avvenimento nel piazzale della chiesa.

La celebrazione della festa è ricordata nell’Annuncio, Anno 6, nn. 32-34.

Il Vescovo ha firmato l’atto di dedicazione ed ha stabilito che l’evento sia ricordato ogni anno, la prima domenica di ottobre, per esprimere la gioia di appartenere al Signore e alla comunità ecclesiale di Campolongo.

 

 

2  La consacrazione nell’Ordo Virginum.

 

L’otto dicembre 1999, solennità dell’Immacolata, Rita Antoniazzi è stata consacrata nell’ordine delle vergini. L’evento è ricordato in “Annuncio”, Anno 9, nn.1 e 2. 

Il settimanale diocesano “Azione” ha dato così l’annuncio dell’evento: “La nostra diocesi celebrerà ancora la sua gratitudine al Signore e implorerà il dono della consacrazione verginale per Rita Antoniazzi di Campolongo di Conegliano. L’appuntamento è alle ore 16.00 nella chiesa parrocchiale di Campolongo”.

In un’intervista a “Azione” Rita ha manifestato come è arrivata a questo momento.

“Nel 1991 ho scelto la consacrazione come stato di vita. Entro un percorso personale questa scelta si è specificata sempre meglio. E’ iniziato un dialogo con il Vescovo ed un cammino con la mia comunità parrocchiale.

Tra le tappe importanti vorrei ricordare la veglia di preghiera del 5 settembre 1995, entro la quale avevo reso partecipe la parrocchia della scelta di consacrazione, e la veglia di preghiera del 30 aprile 1998.

In quell’occasione il Rettore del Seminario, aveva presentato l’Ordo virginum e io avevo espresso il proposito di vivere la mia vocazione secondo questa modalità”.

Nella veglia Rita aveva pregato: “O Signore, accogli il mio proposito di consacrazione nell’Ordo Virginum e aiutami a viverlo pienamente, con coraggio e con gioia, con generosità e con amore, per essere fin d’ora segno dell’amore che la Chiesa ha per te, suo sposo e Signore. Mi sostenga Maria, che per prima ha consacrato a te la sua verginità, e la preghiera e l’amicizia di questa comunità cristiana”.

Nel dicembre del 1998 Rita ha concluso nell’istituto Superiore di Scienze religiose di Udine un percorso di studio che le ha dato una formazione teologica di base, sulla quale poter continuare a crescere. Poi ha ha dato tempo all’ascolto della Parola ed alla preghiera e ha partecipato in modo attivo alla vita della parrocchia, ha approfondito il Rito di consacrazione, ha accresciuto la comunione con le vergini consacrate della Diocesi e a coltivato l’amicizia con coppie di sposi cristiani.

Nella catechesi è stato sviluppato il tema della sponsalità tra Cristo e la Chiesa in riferimento al matrimonio cristiano e alla virginità consacrata, attraverso incontri rivolti alle persone di tutte le età e tenuti da Don Carlo.

Hanno portato la loro testimonianza alla comunità Silva De Luca e Carolina Sordon, già consacrate nell’Ordo Virginum.

E’ stato presentato anche il Rito della consacrazione delle vergini.

Ad ogni catechesi sono seguiti gli incontri di gruppo, che hanno dato la possibilità a tutti di confrontarsi su questo tema. I bambini e i ragazzi sono stati preparati dai catechisti. Questo cammino è sfociato nella veglia di preghiera di venerdì 3 dicembre in preparazione ala consacrazione.

La consacrazione è avvenuta, con la partecipazione attenta di molti fedeli, nella chiesa parrocchiale, invece che nella cattedrale, per preparare la comunità ad accogliere il dono prezioso di una vergine consacrata che vive in essa. 

La comunità ha consegnato a Rita, per le mani del vescovo che presiedeva la celebrazione, un’icona scritta su tavola a forma di trittico, che riproduce Gesù Risorto tra l’angelo dell’annunciazione e Maria. Sarà per lei un richiamo alla Chiesa che la ha generata alla fede e un impegno a ricordarla nella preghiera e nel servizio pastorale.

La preghiera di consacrazione delle vergini dice: “In te, Signore, possiedano tutto, perché hanno scelto te al di sopra di tutto”. Il Signore fa dono alle vergini consacrate di amarlo così nella situazione ordinaria della vita, a fianco di tutte le altre persone. La loro presenza accanto alle donne sposate cristiane è preziosa per tener viva in tutti la speranza dei beni futuri.

 

3  Il giubileo.

 

La nostra comunità ha dedicato al giubileo tutti gli incontri di catechesi svolti durante l’anno, in cui ha meditato i temi centrali dell’evento conciliare.

Al termine dell’anno abbiamo realizzato il pellegrinaggio comunitario ad Aquileia, denominato “Nel segno di Giona”.

Abbiamo deciso di andare nella chiesa madre di Aquileia per ritrovare le radici della fede ricevute in dono da quella comunità, per imparare come fare oggi la nuova evangelizzazione, per riscoprire la passione e lo stile missionario dei primi cristiani e  per esprimere il cammino di conversione proposto dal Papa.

Aquileia rappresenta una Chiesa incarnata nel proprio tempo, perché ha saputo realizzare un dialogo vivo tra teologia e cultura locale e lo ha espresso ai pagani attraverso i loro moduli culturali, ha dimostrato una forte tensione missionaria verso i territori del Friuli e del Veneto e fino ai confini dell’impero romano, si è impegnata a difendere la verità, con maturità teologica e autorevolezza pastorale contro l’arianesimo imperante e ha saputo unire in convivenza pacifica genti diverse per etnia, cultura e religione e provate da invasioni, carestie e povertà.

Il pellegrinaggio si è svolto sabato 4 novembre 2000, dalle ore 14.00 alle ore 22.00.

Vi hanno partecipato 210 persone.

Abbiamo dedicato al pellegrinaggio una catechesi, in cui abbiamo presentato, attraverso diapositive e spiegazioni appropriate, i luoghi che avremmo visitato. 

Venerdì 3 novembre siamo ritrovati in Chiesa per una veglia penitenziale.

La prima tappa del pellegrinaggio è stata la processione.

Essa si è svolta partendo dall’antico porto romano, a cui approdarono fin dal II secolo i primi annunciatori del vangelo provenienti probabilmente da Alessandria di Egitto.

Abbiamo percorso la via sacra fino ad arrivare nella piazza della basilica, meditando l’esperienza di Paolo raccontata in Atti 18. A lui era apparso il Signore per esortarlo a perseverare nella missione nonostante le difficoltà, perché aveva un popolo numeroso in quella città. Anche noi ci siamo sentiti incoraggiati a continuare la nostra esperienza di ricerca per conoscere e per essere fedeli al vangelo entro le difficoltà del nostro tempo.

La seconda tappa è stata la visita al battistero ottagonale antistante la basilica nel quale venivano immersi i catecumeni e dove anche noi abbiamo rinnovato la nostra professione di fede, sentita come impegno a celebrare i sacramenti della fede come mementi di forza dell’evangelizzazione.

La terza tappa è stata la celebrazione eucaristica in Basilica.

Eravamo solo noi pellegrini uniti intorno all’altare con i ministri e il coro e ci sentivamo uniti alla nostra comunità parrocchiale e insieme alle folle di cristiani che lungo i secoli in questa meravigliosa basilica hanno celebrato i misteri cristiani.

 

 

Abbiamo poi visitato con l’aiuto di una guida le aule della basilica e abbiamo gustato il messaggio proveniente dalla ricca simbologia dell’edificio e soprattutto del pavimento musivo.

Il pellegrinaggio si è concluso con una cena frugale in un ristorante del luogo, dove abbiamo goduto un momento di convivialità e ci siamo scambiati le sensazioni provate durante il pellegrinaggio.