"Una fede deve potersi nutrire alle sue sorgenti"

(da annuncio del 03.05.2020)

 

Non si intende minimizzare la gravità della situazione che stiamo vivendo. Non si intende dimenticare l’impegno profuso da molte persone per la tutela della salute pubblica. Non si intende ignorare l’appello alla prudenza che anche in questi giorni siamo chiamati responsabilmente ad accogliere e a tradurre in scelte concrete.

Resta tuttavia ancora presente in me una sorta di amarezza dopo il DPCM del 26 aprile rispetto al quale la CEI ha ritenuto di diffondere un significativo comunicato. Va ribadito il fatto che la CEI non ha espresso alcuna disobbedienza alla legge (il Papa ha precisato questo). Ricordiamo che la Chiesa italiana ha sospeso le attività pastorali “in presenza” fin dall’inizio della quaresima (26 febbraio).

Molte sono le questioni coinvolte, complesse e interconnesse. Esse hanno a che fare con le specifiche relazioni che sussistono tra vari aspetti rilevanti della fede: preghiera personale e comunitaria; Parola di Dio e Sacramenti; famiglia “piccola Chiesa” e comunità cristiana locale ed universale; comunione sacramentale e comunione spirituale; salvezza dell’anima e del corpo; peccato personale e sociale; libertà e Grazia…. Non è possibile affrontarle adeguatamente né qui né in sommarie “discussioni” nei social-media o nei talk-show. In ogni caso, non si tratta di contrapporre (dividere) le varie modalità attraverso le quali il Nostro Signore è presente ed agisce nelle vite umane e nella storia, bensì di riconoscerne la specificità per evitare equivoci, pressapochismi, tensioni dannose o quanto meno inutili.

“Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata ad organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia. I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.                                        d. Roberto

 

 

Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)