Francesco Polo
Il dono della vita (da
annuncio del 30/10/2016) In
queste ultime settimane, ho completato la lettura del libro "La
Vita di ogni giorno. Cinque lezioni di filosofia per imparare a stare al
mondo". Esso mi ha fatto riflettere su come la vita di noi
adulti sia spesso da interpretare con gli occhi spensierati, ma attenti
di un bambino. Nel libro, il giovane filosofo Leonardo Caffo annida
cinque parole chiave per riflettere sulla nostra inerzia e capacità di
vivere il dono della vita. Cerco di tradurle nella nostra realtà. ETICA.
Essa non è nulla di
trascendentale, è semplicemente un dono che ci consente di provare il
dovere di soccorre un motociclista coinvolto in un incidente. È un
automatismo civico che si consolida, si interroga. Siamo, noi
adulti, ancora vigili alle nostre azioni come un bimbo che scopre il
mondo che lo circonda? Apprezziamo il dono della vita e quindi
dell'etica che ci rende umanamente figli di Dio? ESTETICA.
Essa è la teoria della
percezione. È filosofia dell'arte. È quanto di bello si percepisce e
l'intensità della stessa percezione. Con che animo i bambini vedono
ciò che li circonda? Vale la pena distaccarsi troppo dalle prime
percezioni e chiudersi in se stessi? Volgiamo lo sguardo al Creatore e
ogni croce ha il suo lato meno ruvido. ONTOLOGIA.
Essa è il catalogo della nostra
vita. È la scienza dell'essere. Studia gli oggetti del mondo, li
cataloga, li distingue. È il Google dell’uomo. Siamo ancora
affezionati al nostro catalogo personale? Ci vergogniamo di alcuni fatti
incorsi nel nostro cammino? Il perdono, fondamento cristiano, deve
essere anche nei nostri confronti. Ai bambini si dice sempre: "non
avere paura". E noi? LINGUAGGIO
E LOGICA.
In principio era il Verbo. Il
Verbo è incarnazione, è realtà, è Parola. Il linguaggio è lo
strumento per rendere un pensiero, parola. I bambini sono molto
legati alle promesse che vengono fatte dai propri genitori. La parola ha
potenza perché incarna un pensiero. Sforziamoci di pregare Dio
riflettendo sulle parole che gli offriamo. FUTURO. Chi più dei bambini sono il nostro futuro? Dobbiamo imparare ad abitare il futuro per poter essere di nuovo, anche noi, presenti a noi stessi. Dobbiamo essere capaci di immaginare noi stessi al posto del motociclista caduto e non dell'automobilista che soccorre. Gazzelle e mai leoni. Solo così potremo permetterci il lusso della debole tenerezza senza avere paura dell'altro. Francesco
P.
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