Per
festeggiare il S. Natale,
in questo periodo abbiamo prestato molta cura
nell’allestire, dentro e fuori, le nostre case con
addobbi natalizi e abbiamo curato anche l’attesa
della nascita del Messia predisponendo il nostro cuore
e dedicando più tempo alla preghiera.
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Allo
stesso modo la nostra chiesa è stata preparata per il
S.Natale:
-entrando,
il primo sguardo cade sulla stella
che dall’alto illumina due scene rappresentate da
due opere diverse tra loro, ma con qualcosa in
comune.
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-Sotto
l’ambone,
l’icona del buon samaritano
ci invita ad andare verso il nostro prossimo – lo si
capisce dall’inclinarsi del protagonista – che
incontriamo ogni giorno, a prenderci cura di colui che
ci tende la mano anche se ci appare diverso, anche se
il colore della pelle ci dice che appartiene ad
un'altra cultura e religione, insomma, anche se ci
costa fatica.
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Un
pannello dipinto raffigurante
la
Natività,
contenuto da una cornice di legno che lo accoglie come
la capanna di Betlemme.
-Al
centro, in alto, l’annuncio in latino: ‘Puer
natus est nobis’
che
ci invita a leggere oltre i colori della
rappresentazione, a notare come
i tre protagonisti non abbiano disegnato il loro volto,
come a farci capire che è
tempo di cercare il volto di Gesù!
-Sì,
ma dove cercare?
Nel vicino di casa che ci sta scomodo, nella moglie o
marito con cui abbiamo litigato, nell’amico che ci
ha tradito, nell’amica che non ci ha ascoltato, nel
genitore che ci ha deluso, nel diverso che escludiamo
dal dialogo, nel sacerdote che non corrisponde ad un
nostro modello ideale, al fratello con cui litighiamo
per l’eredità o al figlio che ha scelto una strada
sbagliata. .
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Maria
e Giuseppe
cercano un alloggio, ormai il giorno del parto è
vicino, ma non c’è posto per nessuno;
finalmente viene loro offerto un luogo, una povera
capanna che li terrà in qualche modo al riparo:
qualcuno si è mosso a compassione e li ha
riconosciuti come fratelli.
Se
riusciamo ad andare verso l’altro in nome
dell’amore, riconoscendo in questo altro il
Gesù bambino.
Se
ci prendiamo cura di lui parlando con il nostro cuore,
come abbiamo capito durante l’avvento, il nostro
Natale sarà il primo Natale diverso.
Ed
ecco che in quei tre volti stilizzati possiamo
disegnare i volti di chi diventerà per noi il
prossimo, perché l’abbiamo riconosciuto come
tale.
E
come il samaritano offre dell’acqua al malcapitato
così anche noi sentiremo dissetata la nostra sete
d’incontri veri che ci rendono partecipi di questo
presepe.
Ma
allora il Natale è faticoso? No!!
Gesù
è nato! Un figlio ci è stato donato! E
una grande gioia si spande dai nostri cuori fino ai
confini della terra, ci lasciamo amare da Lui e tutta
la creazione ci apparirà diversa: è una gioia
incontenibile, è un dono d’amore di Dio Padre
creatore del cielo e della terra per noi.
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