riflessioni quotidiane al Vangelo
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a cura di
don Michele Maiolo
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Mercoledì
22 febbraio 2023
Matteo
6,1-6.16-18
1State
attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli
uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è
ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
2Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti
a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade,
per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già
ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai
l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua
destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 5E quando
pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e
negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per
essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già
ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra
nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è
nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti
ricompenserà. 16E quando digiunate, non diventate malinconici
come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far
vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno
già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni,
profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non
veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto;
e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
INNALZARSI
Oggi più o meno ognuno di noi andrà ad una
celebrazione eucaristica in cui ricordiamo l'inizio del
percorso di quaresima, facendoci mettere un pizzico di cenere
sul capo.
È un gesto santo, che non si limita a ricordarci la
nostra piccolezza ("polvere tornerai"). Anzi, il
testo del vangelo dice proprio l'opposto, dice di profumarci
il capo, allora perche noi ci poniamo sopra della cenere?
La cenere è il nostro ricordarci che siamo stati
polvere, che abbiamo vissuro momenti in cui l'unico notro
sentore era il sentirsi a terra, finiti. Ma questa cenere si
è risollevata sul capo di ciascuno di noi, si è innalzata,
con la preghiera, perché il Signore l'ha ricolmata di senso.
Le nostre vite, anche nel momento più buio, sono state
ricolmate di senso e benedette da Dio, non dimentichiamocelo.
Ed è proprio da questi momenti di sconforto che ripartiamo
per benedire la nostra vita, per ricordarci che la possiamo
cambiare, possiamo anche noi risollevarla e risorgere dalle
tenebre. Custodiamo le nostre polveri, le nostre ceneri.
Buon inizio di quaresima a tutti
Don Michele
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Giovedì
23 febbraio 2023
Luca
9,22-25
22"Il
Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere
rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli
scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno".
23Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro
a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi
segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma
chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
25Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo
intero, ma perde o rovina se stesso?
ALTALENE
Un giorno, un educatore chiese al suo gruppo di ragazzi
"che cos'è l'amore?" e quasi all'unanimità i
ragazzi dissero "un sentimento". Ma siamo sicuri sia
la risposta giusta?
Gesù oggi fa un discorso molto serio, come se avesse
davanti una persona a cui tiene davvero e la stesse avvertendo
dei rischi a cui va incontro, delle difficoltà che dovrà
affrontare scegliendo di amarlo. Scelta, ecco cos'è l'amore,
una scelta. Il sentimento è travolgente, ma non costante,
altalenante, come l'innamoramento. L'amore invece si gioca in
quel "ogni giorno" di cui parla Gesù, con la
consapevolezza di avere tra le mani qualcosa di davvero
grande, come l'amore, da curare e prendere con decisione. E
noi oggi cosa scegliamo?
Buona giornata
Don Michele |
Sabato
24 febbraio 2023
Luca
5,27-32
27Dopo
questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al
banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". 28Ed
egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. 29Poi Levi gli
preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla
numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a
tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai
suoi discepoli: "Come mai mangiate e bevete insieme ai
pubblicani e ai peccatori?". 31Gesù rispose loro:
"Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i
peccatori perché si convertano".
IN PIEDI
Proviamo ad immaginarci nella nostra vita di tutti i
giorni, al lavoro o a scuola, seduti al nostro banco. Ad un
certo punto arriva un tizio, fforse dal viso famigliare, che
ci dice "seguimi!".
Cosa mai potrebbe spingerci ad alzarci improvvisamente?
Quale strana sensazione non può tenerci legati alla sedia,
alla nostra quotidianità?
A volte siamo circondati da un sacco di gente che ci
riempie di parole, ma solo alcune persone sono in grado di
creare questo cambiamento in noi con una sola parola, come fa
Gesù. E allora "seguimi" è proprio l'espressione
di colui che sa guardare dentro i nostri cuori, che vuole
camminare insieme a noi, che ha capito la straordinarietà
nella nostra ordinarietà. Ma allora dovremmo chiederci se
davvero la nostra fede vuole vederci in piedi, alla sequela
del Signore, oppure se ci inchioda a una sedia, ad un ideale
sterile, ad una vita infeconda. Siamo chiamati, ogni giorno, a
seguire Gesù, che ha scelto di togliere i chiodi da quella
sedia, da quella croce.
Buon Sabato
Don Michele |
Lunedì
27 febbraio2023
Matteo
25,31-46
31Quando
il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli
angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti
a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni
dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e
porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra:
"Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il
regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché
ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e
mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e
siete venuti a trovarmi". 37Allora i giusti gli
risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato
e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da
bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo
accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo
visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?".
40E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto
quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più
piccoli, l'avete fatto a me". 41Poi dirà anche a quelli
che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero
straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito,
malato e in carcere e non mi avete visitato". 44Anch'essi
allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto
affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere,
e non ti abbiamo servito?". 45Allora egli risponderà
loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete
fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a
me". 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i
giusti invece alla vita eterna".
UNITI
Dopo l’incontro di ieri pomeriggio, stamattina lèggiamo
questo Vangelo. Non penso sia un caso.
In tutti i Vangeli, due volte compare questa parola
davvero bizzara: eredità.
Perché Gesù ha voluto parlarci di eredità proprio in
questo momento?
Questo presuppone due cose principali: la prima è che
siamo figli, che siamo le persone più importanti per il
Signore, perche solo ai più stretti viene lasciato il proprio
testamento. Siamo amati come figli.
La seconda cosa è che un'eredità è spesso una
conseguenza di una morte, di una separazione definitiva. E Gesù
è venuto a dirci che sarà una separazione definitiva se non
decideremo di convertirci all'amore totale, al servizio per
l'altro, alla misericordia.
Buona giornata e buona settimana
Don Michele |
Giovedì
2 marzo2023
Matteo
7,7-12
7Chiedete
e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà
aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e
a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli
chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce,
gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi,
sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre
vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele
chiedono! 12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i
Profeti.
INGARBUGLIATI
Nel gioco di scambio e dono che ci propone oggi il
Vangelo, spesso rimaniamo ingarbigliati in una logica di
semi-gratuità.
È umano. È umano concedere del pane a chi ha fame, ma
magari alla quarta o quinta volta non sarà più il pane della
migliore qualità, ma uno che avevamo li da un po'. No, non
daremmo di certo una pietra a chi ci chiede pane, ma siamo
sicuri sceglieremmo sempre quello più buono, soffice,
gustoso? O magari risparmieremmo qualcosa, prenderemmo una
tipologia più conveniente, una che convenga di più a noi.
È difficile entrare nella logica di gratuità piena
del Vangelo, inarrestabile, profonda.
"Chiedi e ti sarà dato", non ammette una
versione più economica, una di cui ci si può accontentare,
ti sarà dato un dono grande, un amore pieno, senza sconti.
E noi, siamo disposti a donarci, senza sconti?
Felice giornata a tutti
Don Michele |
Lunedì
6 marzo2023
Luca
6,36-38
36Siate
misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non
giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete
condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà
dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà
versata nel grembo, perché con la misura con la quale
misurate, sarà misurato a voi in cambio.
ACCORGERSI
Ieri siamo stati chiamati a salire il Tabor assieme a
Gesù. Oggi il Vangelo ci invita a iniziare la settimana
all’insegna della misericordia: “Siate misericordiosi,
come il Padre vostro è misericordioso”. Ma cosa vuol dire
avere misericordia? È accorgersi della infelicità, del
disagio, delle sofferenze fisiche, economiche psicologiche o
sociali del tuo prossimo e farsi suo compagno di strada. Certo
è che essere misericordiosi come il Padre significa andare
verso la perfezione. Sicuramente il Vangelo di oggi ci invita
ad avere un atteggiamento di tenerezza e di comprensione verso
chi incontriamo quotidianamente sul nostro cammino.
Perdonare, non giudicare, non condannare esprimono la
capacità di donare amore e di ricevere l’amore di Dio.
In questa quaresima di conversione chiediamo il Signore
di aiutarci a essere misericordiosi come il Dio Padre
Buon inizio settimana
Don Michele |
Martedì
7 marzo2023
Matteo
23,1-12
1Allora
Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo:
"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i
farisei. 3Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma
non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non
fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare
e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono
muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno
per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e
allungano le frange; 6si compiacciono dei posti d'onore nei
banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle
piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla
gente. 8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché
uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E
non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra,
perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non
fatevi chiamare "guide", perché uno solo è la
vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi è più grande, sarà
vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi
si umilierà sarà esaltato.
AUTENTICI
C’è un gesto compiuto da Gesù che la chiesa ripete
il Giovedì Santo che da senso e significato alla parola
“servire”: è la lavanda dei piedi. Questo gesto ha in sé
il profondo significato di ciò che dobbiamo rappresentare
nell’essere testimoni della Parola nella realtà in cui
viviamo “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi
invece si esalterà, sarà umiliato”. Certe volte nella
chiesa ci fermiamo a formule, al rispetto delle tradizioni,
alle esteriorità e perdiamo di vista il bene del nostro
prossimo.
Signore aiutaci a fare ogni cosa perché è giusta e
non per essere ammirati.
Buona giornata
Don Michele |
Mercoledì
8 marzo 2023
Matteo
20,17-28
17Mentre
saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici
discepoli e lungo il cammino disse loro: 18"Ecco, noi
saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato
ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte
19e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e
flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà".
20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i
suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le
disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di' che
questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla
tua sinistra nel tuo regno". 22Rispose Gesù: "Voi
non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io
sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". 23Ed
egli disse loro: "Il mio calice, lo berrete; però sedere
alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo:
è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato".
24Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due
fratelli. 25Ma Gesù li chiamò a sé e disse: "Voi
sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i
capi le opprimono. 26Tra voi non sarà così; ma chi vuole
diventare grande tra voi, sarà vostro servitore 27e chi vuole
essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. 28Come il
Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per
servire e dare la propria vita in riscatto per molti".
VERSO LA PASSIONE
Il Vangelo ha tre passaggi molto impegnativi. Il primo
è il terzo annuncio della passione di Gesù. La sua morte non
è frutto di un destino prestabilito ma della scelta di Gesù
di essere a fianco in modo radicale agli esclusi del suo tempo
frutto della missione ricevuta dal Padre: obbediente fino alla
morte e alla morte di croce. Il secondo vede la madre dei
figli di Zebedeo chiedere un posto privilegiato per loro.
Quale madre per i propri figli non vuole il meglio? Purtroppo
Lei e gli apostoli non avevano ancora capito di quale gloria
parlava loro Gesù. La loro mente era ancora legata alle cose
terrene. Infine il terzo passaggio è la reazione degli altri
dieci apostoli. Qui viene l’insegnamento di Gesù: “chi
vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore”.
Signore aiutami ad essere servitore del mio prossimo
Buona giornata di cuore
Auguri a tutte le donne
Don Michele |
Giovedì
9 marzo 2023
Luca
16,19-31
19C'era
un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino
finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un
povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di
piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla
tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le
sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli
angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide
di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando
disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a
intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua,
perché soffro terribilmente in questa fiamma". 25Ma
Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu
hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in
questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai
tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un
grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non
possono, né di lì possono giungere fino a noi". 27E
quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare
Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li
ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo
luogo di tormento". 29Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè
e i Profeti; ascoltino loro". 30E lui replicò: "No,
padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si
convertiranno". 31Abramo rispose: "Se non ascoltano
Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno
risorgesse dai morti"".
CHIAMATI
La prima cosa che colpisce alla lettura di questo
Vangelo è che si conosce il nome del povero Lazzaro (che
significa: Dio aiuta) mentre del ricco non si sa chi sia. Non
è stata una dimenticanza ma rappresenta l’attenzione del
Padre verso coloro che sono gli ultimi e gli emarginati di
questo mondo. La seconda cosa sulla quale siamo chiamati a
riflettere è l’immagine dell’aldilà. La lettura ci
rappresenta una netta separazione tra chi è nella gloria di
Dio Padre e chi si trova negli inferi: è una voragine
insuperabile determinata dalle opere e dai comportamenti che
assumiamo durante la nostra vita.
Signore Gesù aiutami a percorrere la strada che ci hai
indicato con la tua vita
Felice giornata a tutti
Don Michele |
Lunedì
13 marzo2023
Luca
4,24-30
24Poi
aggiunse: "In verità io vi dico: nessun profeta è bene
accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico:
c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il
cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato
Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C'erano molti
lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di
loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro". 28All'udire
queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.
29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita
la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in
mezzo a loro, si mise in cammino.
CONVERTIRE
Siamo a Nazaret, in occasione del ritorno di Gesù
nella sua terra e tra i suoi concittadini, e agli inizi
ardenti della sua predicazione. Alle grandi dimostrazioni
sembra proprio che il Signore preferisca i passi semplici di
un cammino ordinario. La vedova di Sarèpta incontrata per
strada dal profeta Elia diventa il segno di una capacità di
assumere il reale con una docilità così profonda da andare
oltre l’evidenza fino a cambiarlo. La memoria di Naamàn, il
Siro ci riporta al mistero di una guarigione necessaria da
ogni inutile attesa di straordinarietà. La Parola di Dio oggi
piega il nostro cuore al fascino della realtà e all’ordinarietà
con cui il Signore si prende cura di noi, senza
sensazionalismi.
Buon Lunedì
Don Michele |
Martedì
21 marzo2023
Giovanni
5,1-16
1Dopo
questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a
Gerusalemme. 2A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi
è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque
portici, 3sotto i quali giaceva un grande numero di infermi,
ciechi, zoppi e paralitici. [ 4] 5Si trovava lì un uomo che
da trentotto anni era malato. 6Gesù, vedendolo giacere e
sapendo che da molto tempo era così, gli disse: "Vuoi
guarire?". 7Gli rispose il malato: "Signore, non ho
nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita.
Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di
me". 8Gesù gli disse: "Àlzati, prendi la tua
barella e cammina". 9E all'istante quell'uomo guarì:
prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel
giorno però era un sabato. 10Dissero dunque i Giudei all'uomo
che era stato guarito: "È sabato e non ti è lecito
portare la tua barella". 11Ma egli rispose loro:
"Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua
barella e cammina"". 12Gli domandarono allora:
"Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e
cammina"?". 13Ma colui che era stato guarito non
sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi
era folla in quel luogo. 14Poco dopo Gesù lo trovò nel
tempio e gli disse: "Ecco: sei guarito! Non peccare più,
perché non ti accada qualcosa di peggio". 15Quell'uomo
se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a
guarirlo. 16Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché
faceva tali cose di sabato.
RINASCERE
Tutti noi abbiamo delle fragilità da cui guarire:
fisiche, psicologiche, peccati da sanare… per il Dio
dell’impossibile questo non fa problema. Piuttosto, sentiamo
rivolta a noi quella domanda e chiediamoci se siamo disposti a
mettere in gioco tutta la nostra vita per Gesù: vuoi guarire?
Buona giornata di cuore
Don Michele |
Mercoledì
23 marzo 2023
Giovanni
5,17-30
17Ma
Gesù disse loro: "Il Padre mio agisce anche ora e
anch'io agisco". 18Per questo i Giudei cercavano ancor più
di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma
chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. 19Gesù
riprese a parlare e disse loro: "In verità, in verità
io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non
ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il
Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il
Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà
opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate
meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita,
così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre
infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al
Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il
Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha
mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la
mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita
eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla
morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene
l'ora - ed è questa - in cui i morti udranno la voce del
Figlio di Dio e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.
26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha
concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e
gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio
dell'uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l'ora in cui
tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e
usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita
e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da
me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che
ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia
volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Gesù è stato crocifisso non per concomitanze
sfortunate o per errore, ma perché violava la norma del
sabato ebraico e chiamava Dio suo Padre. Una libertà
inimmaginabile in un'epoca in cui era vietato e punibile con
la morte anche solo pronunciare il nome di Dio.
E Gesù, come riportano gli evangelisti, più volte si
rivolge a Dio con la familiarità del figlio fino ad
attribuirsi egli stesso il nome impronunciabile di Dio. Ma se
la ragione ultima della condanna a morte di Gesù è la sua
appartenenza divina, come possono alcuni separare le sue
parole e i suoi miracoli da questa sua pretesa?
Gesù non è un brav'uomo, un po' incompreso,
crocifisso dalla cecità dei Farisei contrari alla volontà
degli apostoli di volerlo innalzare a Figlio di Dio. Gesù ha
avvalorato coi prodigi straordinari la sua divinità ed è a
causa di questa sua pretesa - una vera carta d'identità - che
verrà ucciso.
San Giovanni non ha paura di sconfessare tutte le
nostre acrobazie politicamente corrette, quando cerchiamo di
attenuare l'identità di Gesù. Pure molti cristiani pensano
che Gesù sia stato un grande uomo ucciso per le sue idee. No,
è stato ucciso per la sua 'pretesa di essere il Figlio di
Dio. E noi lo crediamo?
Felice giornata a tutti
Don Michele |
Venerdì
24 marzo 2023
Salmi
34,17-23
17Il
volto del Signore contro i malfattori,
per
eliminarne dalla terra il ricordo. 18Gridano e il Signore li
ascolta,
li
libera da tutte le loro angosce. 19Il Signore è vicino a chi
ha il cuore spezzato,
egli
salva gli spiriti affranti. 20Molti sono i mali del giusto,
ma
da tutti lo libera il Signore. 21Custodisce tutte le sue ossa:
neppure
uno sarà spezzato. 22Il male fa morire il malvagio
e
chi odia il giusto sarà condannato. 23Il Signore riscatta la
vita dei suoi servi;
non
sarà condannato chi in lui si rifugia.
FATTO DA DIO
Oggi meditiamo un momento sull’amore del Signore, su
tutte quelle volte che ci siamo sentiti liberati da lui, sulla
Sua presenza liberante e amorevole che sempre ci accompagna.
Non c’è nulla che non possa guarire. Possiamo affidargli la
nostra intera vita, e ne farà un capolavoro.
Buona e serena giornata
Don Michele
|
Sabato
25 marzo 2023
Annunciazione
del Signore Patrona di Campolongo
Luca
1,26-38
26Al
sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa
sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La
vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse:
"Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con
te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si
domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo
le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla
luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato
Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di
Giacobbe e il suo regno non avrà fine". 34Allora Maria
disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non
conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito
Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà
con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà
chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente,
nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo
è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è
impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la
serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".
E l'angelo si allontanò da lei.
VOCAZIONE
I progetti di Dio Padre vanno sempre aldilà di quello
che noi possiamo immaginare. Nella nostra vita possiamo
decidere di fare tutto secondo la nostra volontà, andare
avanti “a muso duro”, o mollare un po’ le redini
cercando di lasciare un po’ fare. In una vita pacificata
emergono le giuste tensioni, quelle di Dio, che in un percorso
di preghiera e accompagnamento, ci permettono di essere fedeli
alla nostra vocazione alla vita vera.
Buon Sabato di cuore
Don Michele |
Lunedì
27 marzo2023
Giovanni
8,1-11
1Gesù
si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò
di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli
sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i
farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la
posero in mezzo e 4gli dissero: "Maestro, questa donna è
stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella
Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che
ne dici?". 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per
avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a
scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano
nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: "Chi di voi è
senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei".
8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò,
se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo
lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù
si alzò e le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha
condannata?". 11Ed ella rispose: "Nessuno,
Signore". E Gesù disse: "Neanch'io ti condanno; va'
e d'ora in poi non peccare più".
SULL'ANIMA
È curioso come per ben due volte Gesù interrompa le
proprie attività e i propri dialoghi sulla giustizia e si
metta a scrivere sulla terra. Chissà cosa avrà scritto,
quale disegno o frase avrà attraversato le sue mani per
fissarsi sulla terra. Purtroppo non lo sappiamo, ma sappiamo
che ha preferito tacere e scrivere, piuttosto che parlare e
giudicare una donna accusata. Ha preferito incidere sulla
terra, ma non sulle nostre anime un suo pensiero o giudizio. E
ancora una volta ci ha ricordato, il Signore, come noi non
siamo l'errore che compiamo, come non ci sia un destino
scritto dopo una scelta, e che lo spazio per la misericordia
sia sempre aperto.
Buona giornata e buona settimana
Don Michele |
31Gesù
allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: "Se
rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli;
32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".
33Gli risposero: "Noi siamo discendenti di Abramo e non
siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire:
"Diventerete liberi"?". 34Gesù rispose loro:
"In verità, in verità io vi dico: chiunque commette
il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non
resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre.
36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi
davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto
cercate di uccidermi perché la mia parola non trova
accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il
Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal
padre vostro". 39Gli risposero: "Il padre nostro
è Abramo". Disse loro Gesù: "Se foste figli di
Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate
di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da
Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. 41Voi fate le opere del
padre vostro". Gli risposero allora: "Noi non
siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre:
Dio!". 42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro
padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non
sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
È
strano leggere di Libertà e di croce allo stesso tempo. Nel
punto in cui Gesù è stato fisicamente inchiodato al legno
della croce, è stato allo stesso tempo reso libero
nell'amore del padre, libero dalla morte.
A
volte pensiamo che prima venga la nostra libertà,
incondizionata, poi possiamo parlare di amore e scelte,
perché lo abbiamo fatto da liberi. Il Signore oggi ci
propone la logica opposta: sentirsi liberati dalle proprie
scelte.
E
noi? Ci sentiamo ingabbiati, inchiodati o liberati?
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31Di
nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. 32Gesù
disse loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da
parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?".
33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per
un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei
uomo, ti fai Dio". 34Disse loro Gesù: "Non è
forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi?
35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta
la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata
-, 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo
voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto:
"Sono Figlio di Dio"? 37Se non compio le opere del
Padre mio, non credetemi; 38ma se le compio, anche se non
credete a me, credete alle opere, perché sappiate e
conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre".
39Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì
dalle loro mani. 40Ritornò quindi nuovamente al di là del
Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui
rimase. 41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni
non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni
ha detto di costui era vero". 42E in quel luogo molti
credettero in lui.
Qual
è il peccato di Gesù secondo i Giudei? Perché ancora una
volta raccolgono pietre contro di lui? Perché ha osato
paragonarsi con Dio, ha ammesso che può mettersi al suo
stesso livello. Sacrilegio, se pensiamo che Dio sia
autoritario e lontano da noi. Ma il vangelo continua e dice
"il Padre è in me e io nel Padre". Ecco allora
che l'incarnazione non è solo un mistero, un dogma, ma un
entrare in relazione con il Signore, un amore reciproco. E
quando è vicendevole, allora è anche creativo, perché
crea un legame sacro.
Siamo,
quindi, ancora convinti che non siamo paragonabili a Dio?
Che Egli non abbia posto del sacro in noi?
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1Sei
giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si
trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E
qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno
dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di
profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi
di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la
casa si riempì dell'aroma di quel profumo. 4Allora Giuda
Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo,
disse: 5"Perché non si è venduto questo profumo per
trecento denari e non si sono dati ai poveri?". 6Disse
questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era
un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi
mettevano dentro. 7Gesù allora disse: "Lasciala fare,
perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre
avete me". 9Intanto una grande folla di Giudei venne a
sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù,
ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai
morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere
anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa
di lui e credevano in Gesù.
LO
SPRECO DELLA GRATUITA’
Il
Vangelo del Lunedì Santo inizia con il racconto di una
cena. Sei giorni prima della Pasqua Gesù è invitato a casa
di Marta, Maria e Lazzaro. Mancano pochi giorni alle ore
della Passione e Maria compie un gesto scandalosamente
bello. Non si riportano discorsi, ma gesti, forse a
suggerirci che l’amore è sempre un fatto concreto, non
una discussione. L’Amore è l’infinita tenerezza con cui
Maria unge Gesù. E’ una tenerezza da spreco che è
inutile agli occhi di Giuda. L’Amore è sempre uno spreco
perché chi ama non calcola, ma dà tutto. Solo chi ama così
i piedi di Cristo è in grado di amare veramente i poveri.
Diversamente si convincerà che i poveri sono solo folle da
sfamare, non persone da amare, di cui il pane ne è solo una
modalità. L’immensa lezione che si consuma prima della
Pasqua è la prefigurazione di quello “spreco”, che sarà
la morte di Gesù in croce. E’ lui il vasetto pieno di
buon profumo dell’Amore del Padre, che rotto nella morte,
spargerà per tutto il mondo il profumo della misericordia
di Dio. E’ lo spreco della gratuità.
Il
Signore è mia luce e mia salvezza.
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21Dette
queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò:
"In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi
tradirà". 22I discepoli si guardavano l'un l'altro,
non sapendo bene di chi parlasse. 23Ora uno dei discepoli,
quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
24Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello
di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù,
gli disse: "Signore, chi è?". 26Rispose Gesù:
"È colui per il quale intingerò il boccone e glielo
darò". E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a
Giuda, figlio di Simone Iscariota. 27Allora, dopo il
boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù:
"Quello che vuoi fare, fallo presto". 28Nessuno
dei commensali capì perché gli avesse detto questo;
29alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la
cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci
occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche
cosa ai poveri. 30Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed
era notte. 31Quando fu uscito, Gesù disse: "Ora il
Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato
glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui,
anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà
subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi
cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a
voi: dove vado io, voi non potete venire. 36Simon Pietro gli
disse: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù:
"Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi
seguirai più tardi". 37Pietro disse: "Signore,
perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per
te!". 38Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me?
In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo,
prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.
Nella
debolezza di Giuda che tradisce e nella presunzione di
Pietro che rinnega, contempliamo oggi quella porzione debole
e caparbia della nostra umanità, che non può entrare in
alleanza con Dio, se prima non è raggiunta e salvata dalla
fedeltà del suo amore. Dopo tanto cammino e condivisione di
vita, Gesù è ben consapevole della fragilità dei suoi
amici. Di fronte al gregge spaventato dei suoi discepoli, il
maestro comprende che è giunta l’ora in cui il profumo
dell’amore di Dio ha bisogno di irradiare la sua
invincibile forza, fino ai confini estremi della vita e
della morte. Se in Giuda vediamo il “male”, da cui è
necessario essere salvati, in Pietro possiamo riconoscere il
“bene” da cui il Signore intende salvarci. Questa è la
verità della Pasqua: la fragilità dei nostri sentimenti e
la presunzione delle nostre intenzioni non sono luogo, in
cui le promesse di Dio vengono smentite.
In
te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso
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14Allora
uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei
sacerdoti 15e disse: "Quanto volete darmi perché io ve
lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete
d'argento. 16Da quel momento cercava l'occasione propizia
per consegnarlo. 17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli
si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che
prepariamo per te, perché tu possa mangiare la
Pasqua?". 18Ed egli rispose: "Andate in città da
un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è
vicino; farò la Pasqua da te con i miei
discepoli"". 19I discepoli fecero come aveva loro
ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera,
si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse:
"In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà".
22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno
a domandargli: "Sono forse io, Signore?". 23Ed
egli rispose: "Colui che ha messo con me la mano nel
piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell'uomo se
ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal
quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per
quell'uomo se non fosse mai nato!". 25Giuda, il
traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli
rispose: "Tu l'hai detto".
Si
può dare un prezzo all’Amore? No. Eppure noi commerciamo
con l’Amore tutte quelle volte che invece di Amare ci
offriamo solo al miglior offerente. Il nostro non è un
amore ma convenienza. Usiamo Dio per convenienza, usiamo gli
amici e la gente che ci vive accanto. E’ questo il vero
problema di Giuda, ed è questo il problema serio di
ciascuno di noi. Non potremmo mai veramente convertirci
finché non cominceremo ad amare in maniera gratuita. Non
potremo fare Pasqua finché non toglieremo dalla nostra
testa la mentalità commerciale di Giuda. Lui sceglie di
consegnare Gesù senza rendersi conto che Gesù si consegna
per dargli ancora un po’ di tempo per ascoltare veramente.
O
Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.
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