Quaresima 2023 
riflessioni quotidiane al Vangelo

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a cura di don Michele Maiolo

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Mercoledì 22 febbraio 2023 

Matteo 6,1-6.16-18

1State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 2Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 16E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

 

INNALZARSI

Oggi più o meno ognuno di noi andrà ad una celebrazione eucaristica in cui ricordiamo l'inizio del percorso di quaresima, facendoci mettere un pizzico di cenere sul capo.

È un gesto santo, che non si limita a ricordarci la nostra piccolezza ("polvere tornerai"). Anzi, il testo del vangelo dice proprio l'opposto, dice di profumarci il capo, allora perche noi ci poniamo sopra della cenere?

La cenere è il nostro ricordarci che siamo stati polvere, che abbiamo vissuro momenti in cui l'unico notro sentore era il sentirsi a terra, finiti. Ma questa cenere si è risollevata sul capo di ciascuno di noi, si è innalzata, con la preghiera, perché il Signore l'ha ricolmata di senso. Le nostre vite, anche nel momento più buio, sono state ricolmate di senso e benedette da Dio, non dimentichiamocelo. Ed è proprio da questi momenti di sconforto che ripartiamo per benedire la nostra vita, per ricordarci che la possiamo cambiare, possiamo anche noi risollevarla e risorgere dalle tenebre. Custodiamo le nostre polveri, le nostre ceneri.

 

Buon inizio di quaresima a tutti

Don Michele

 

Giovedì 23 febbraio 2023 

Luca 9,22-25

22"Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno". 23Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 25Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?

 

ALTALENE

Un giorno, un educatore chiese al suo gruppo di ragazzi "che cos'è l'amore?" e quasi all'unanimità i ragazzi dissero "un sentimento". Ma siamo sicuri sia la risposta giusta?

Gesù oggi fa un discorso molto serio, come se avesse davanti una persona a cui tiene davvero e la stesse avvertendo dei rischi a cui va incontro, delle difficoltà che dovrà affrontare scegliendo di amarlo. Scelta, ecco cos'è l'amore, una scelta. Il sentimento è travolgente, ma non costante, altalenante, come l'innamoramento. L'amore invece si gioca in quel "ogni giorno" di cui parla Gesù, con la consapevolezza di avere tra le mani qualcosa di davvero grande, come l'amore, da curare e prendere con decisione. E noi oggi cosa scegliamo?

 

Buona giornata

Don Michele

Sabato 24 febbraio 2023 

Luca 5,27-32

27Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. 29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?". 31Gesù rispose loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano".

 

IN PIEDI

Proviamo ad immaginarci nella nostra vita di tutti i giorni, al lavoro o a scuola, seduti al nostro banco. Ad un certo punto arriva un tizio, fforse dal viso famigliare, che ci dice "seguimi!".

Cosa mai potrebbe spingerci ad alzarci improvvisamente? Quale strana sensazione non può tenerci legati alla sedia, alla nostra quotidianità?

A volte siamo circondati da un sacco di gente che ci riempie di parole, ma solo alcune persone sono in grado di creare questo cambiamento in noi con una sola parola, come fa Gesù. E allora "seguimi" è proprio l'espressione di colui che sa guardare dentro i nostri cuori, che vuole camminare insieme a noi, che ha capito la straordinarietà nella nostra ordinarietà. Ma allora dovremmo chiederci se davvero la nostra fede vuole vederci in piedi, alla sequela del Signore, oppure se ci inchioda a una sedia, ad un ideale sterile, ad una vita infeconda. Siamo chiamati, ogni giorno, a seguire Gesù, che ha scelto di togliere i chiodi da quella sedia, da quella croce.

 

Buon Sabato

Don Michele

Lunedì 27 febbraio2023 

Matteo 25,31-46

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". 37Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". 40E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". 44Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". 45Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna".

 

UNITI

Dopo l’incontro di ieri pomeriggio, stamattina lèggiamo questo Vangelo. Non penso sia un caso. 

In tutti i Vangeli, due volte compare questa parola davvero bizzara: eredità.

Perché Gesù ha voluto parlarci di eredità proprio in questo momento?

Questo presuppone due cose principali: la prima è che siamo figli, che siamo le persone più importanti per il Signore, perche solo ai più stretti viene lasciato il proprio testamento. Siamo amati come figli.

La seconda cosa è che un'eredità è spesso una conseguenza di una morte, di una separazione definitiva. E Gesù è venuto a dirci che sarà una separazione definitiva se non decideremo di convertirci all'amore totale, al servizio per l'altro, alla misericordia.

 

Buona giornata e buona settimana

Don Michele

Giovedì 2 marzo2023

Matteo 7,7-12

7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! 12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.

 

INGARBUGLIATI

Nel gioco di scambio e dono che ci propone oggi il Vangelo, spesso rimaniamo ingarbigliati in una logica di semi-gratuità.

È umano. È umano concedere del pane a chi ha fame, ma magari alla quarta o quinta volta non sarà più il pane della migliore qualità, ma uno che avevamo li da un po'. No, non daremmo di certo una pietra a chi ci chiede pane, ma siamo sicuri sceglieremmo sempre quello più buono, soffice, gustoso? O magari risparmieremmo qualcosa, prenderemmo una tipologia più conveniente, una che convenga di più a noi.

È difficile entrare nella logica di gratuità piena del Vangelo, inarrestabile, profonda.

"Chiedi e ti sarà dato", non ammette una versione più economica, una di cui ci si può accontentare, ti sarà dato un dono grande, un amore pieno, senza sconti.

E noi, siamo disposti a donarci, senza sconti?

 

Felice giornata a tutti

Don Michele

Lunedì 6 marzo2023

Luca 6,36-38

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio.

 

ACCORGERSI

Ieri siamo stati chiamati a salire il Tabor assieme a Gesù. Oggi il Vangelo ci invita a iniziare la settimana all’insegna della misericordia: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. Ma cosa vuol dire avere misericordia? È accorgersi della infelicità, del disagio, delle sofferenze fisiche, economiche psicologiche o sociali del tuo prossimo e farsi suo compagno di strada. Certo è che essere misericordiosi come il Padre significa andare verso la perfezione. Sicuramente il Vangelo di oggi ci invita ad avere un atteggiamento di tenerezza e di comprensione verso chi incontriamo quotidianamente sul nostro cammino.

Perdonare, non giudicare, non condannare esprimono la capacità di donare amore e di ricevere l’amore di Dio. 

 

In questa quaresima di conversione chiediamo il Signore di aiutarci a essere misericordiosi come il Dio Padre

 

Buon inizio settimana

Don Michele

Martedì 7 marzo2023

Matteo 23,1-12

1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente. 8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare "guide", perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

 

AUTENTICI

C’è un gesto compiuto da Gesù che la chiesa ripete il Giovedì Santo che da senso e significato alla parola “servire”: è la lavanda dei piedi. Questo gesto ha in sé il profondo significato di ciò che dobbiamo rappresentare nell’essere testimoni della Parola nella realtà in cui viviamo “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato”. Certe volte nella chiesa ci fermiamo a formule, al rispetto delle tradizioni, alle esteriorità e perdiamo di vista il bene del nostro prossimo.

 

Signore aiutaci a fare ogni cosa perché è giusta e non per essere ammirati.

 

Buona giornata

Don Michele

Mercoledì 8 marzo 2023

Matteo 20,17-28

17Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: 18"Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte 19e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà". 20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". 22Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". 23Ed egli disse loro: "Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato". 24Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. 25Ma Gesù li chiamò a sé e disse: "Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. 26Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore 27e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. 28Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

 

VERSO LA PASSIONE

Il Vangelo ha tre passaggi molto impegnativi. Il primo è il terzo annuncio della passione di Gesù. La sua morte non è frutto di un destino prestabilito ma della scelta di Gesù di essere a fianco in modo radicale agli esclusi del suo tempo frutto della missione ricevuta dal Padre: obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Il secondo vede la madre dei figli di Zebedeo chiedere un posto privilegiato per loro. Quale madre per i propri figli non vuole il meglio? Purtroppo Lei e gli apostoli non avevano ancora capito di quale gloria parlava loro Gesù. La loro mente era ancora legata alle cose terrene. Infine il terzo passaggio è la reazione degli altri dieci apostoli. Qui viene l’insegnamento di Gesù: “chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore”.

 

Signore aiutami ad essere servitore del mio prossimo

 

Buona giornata di cuore

Auguri a tutte le donne

Don Michele

Giovedì 9 marzo 2023

Luca 16,19-31

19C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma". 25Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi". 27E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento". 29Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". 30E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno". 31Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"".

 

CHIAMATI

La prima cosa che colpisce alla lettura di questo Vangelo è che si conosce il nome del povero Lazzaro (che significa: Dio aiuta) mentre del ricco non si sa chi sia. Non è stata una dimenticanza ma rappresenta l’attenzione del Padre verso coloro che sono gli ultimi e gli emarginati di questo mondo. La seconda cosa sulla quale siamo chiamati a riflettere è l’immagine dell’aldilà. La lettura ci rappresenta una netta separazione tra chi è nella gloria di Dio Padre e chi si trova negli inferi: è una voragine insuperabile determinata dalle opere e dai comportamenti che assumiamo durante la nostra vita.

 

Signore Gesù aiutami a percorrere la strada che ci hai indicato con la tua vita

 

Felice giornata a tutti

Don Michele

Lunedì 13 marzo2023 

Luca 4,24-30

24Poi aggiunse: "In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro". 28All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

 

CONVERTIRE

Siamo a Nazaret, in occasione del ritorno di Gesù nella sua terra e tra i suoi concittadini, e agli inizi ardenti della sua predicazione. Alle grandi dimostrazioni sembra proprio che il Signore preferisca i passi semplici di un cammino ordinario. La vedova di Sarèpta incontrata per strada dal profeta Elia diventa il segno di una capacità di assumere il reale con una docilità così profonda da andare oltre l’evidenza fino a cambiarlo. La memoria di Naamàn, il Siro ci riporta al mistero di una guarigione necessaria da ogni inutile attesa di straordinarietà. La Parola di Dio oggi piega il nostro cuore al fascino della realtà e all’ordinarietà con cui il Signore si prende cura di noi, senza sensazionalismi. 

 

Buon Lunedì

Don Michele

Martedì 21 marzo2023

Giovanni 5,1-16

1Dopo questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 2A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, 3sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. [ 4] 5Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. 6Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: "Vuoi guarire?". 7Gli rispose il malato: "Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me". 8Gesù gli disse: "Àlzati, prendi la tua barella e cammina". 9E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. 

Quel giorno però era un sabato. 10Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: "È sabato e non ti è lecito portare la tua barella". 11Ma egli rispose loro: "Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua barella e cammina"". 12Gli domandarono allora: "Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina"?". 13Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. 14Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio". 15Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. 16Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

 

RINASCERE

Tutti noi abbiamo delle fragilità da cui guarire: fisiche, psicologiche, peccati da sanare… per il Dio dell’impossibile questo non fa problema. Piuttosto, sentiamo rivolta a noi quella domanda e chiediamoci se siamo disposti a mettere in gioco tutta la nostra vita per Gesù: vuoi guarire?

 

Buona giornata di cuore

Don Michele

Mercoledì 23 marzo 2023

Giovanni 5,17-30

17Ma Gesù disse loro: "Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco". 18Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. 19Gesù riprese a parlare e disse loro: "In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene l'ora - ed è questa - in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

 

 

Gesù è stato crocifisso non per concomitanze sfortunate o per errore, ma perché violava la norma del sabato ebraico e chiamava Dio suo Padre. Una libertà inimmaginabile in un'epoca in cui era vietato e punibile con la morte anche solo pronunciare il nome di Dio.

E Gesù, come riportano gli evangelisti, più volte si rivolge a Dio con la familiarità del figlio fino ad attribuirsi egli stesso il nome impronunciabile di Dio. Ma se la ragione ultima della condanna a morte di Gesù è la sua appartenenza divina, come possono alcuni separare le sue parole e i suoi miracoli da questa sua pretesa?

Gesù non è un brav'uomo, un po' incompreso, crocifisso dalla cecità dei Farisei contrari alla volontà degli apostoli di volerlo innalzare a Figlio di Dio. Gesù ha avvalorato coi prodigi straordinari la sua divinità ed è a causa di questa sua pretesa - una vera carta d'identità - che verrà ucciso.

San Giovanni non ha paura di sconfessare tutte le nostre acrobazie politicamente corrette, quando cerchiamo di attenuare l'identità di Gesù. Pure molti cristiani pensano che Gesù sia stato un grande uomo ucciso per le sue idee. No, è stato ucciso per la sua 'pretesa di essere il Figlio di Dio. E noi lo crediamo?

 

Felice giornata a tutti

Don Michele

Venerdì 24 marzo 2023 

Salmi 34,17-23

17Il volto del Signore contro i malfattori, 

per eliminarne dalla terra il ricordo. 18Gridano e il Signore li ascolta, 

li libera da tutte le loro angosce. 19Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, 

egli salva gli spiriti affranti. 20Molti sono i mali del giusto, 

ma da tutti lo libera il Signore. 21Custodisce tutte le sue ossa: 

neppure uno sarà spezzato. 22Il male fa morire il malvagio 

e chi odia il giusto sarà condannato. 23Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; 

non sarà condannato chi in lui si rifugia.

 

FATTO DA DIO

Oggi meditiamo un momento sull’amore del Signore, su tutte quelle volte che ci siamo sentiti liberati da lui, sulla Sua presenza liberante e amorevole che sempre ci accompagna. Non c’è nulla che non possa guarire. Possiamo affidargli la nostra intera vita, e ne farà un capolavoro.

 

Buona e serena giornata

Don Michele

 

Sabato 25 marzo 2023

Annunciazione del Signore   Patrona di Campolongo

 

Luca 1,26-38

26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". 34Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.

 

VOCAZIONE

I progetti di Dio Padre vanno sempre aldilà di quello che noi possiamo immaginare. Nella nostra vita possiamo decidere di fare tutto secondo la nostra volontà, andare avanti “a muso duro”, o mollare un po’ le redini cercando di lasciare un po’ fare. In una vita pacificata emergono le giuste tensioni, quelle di Dio, che in un percorso di preghiera e accompagnamento, ci permettono di essere fedeli alla nostra vocazione alla vita vera.

 

Buon Sabato di cuore

Don Michele

Lunedì 27 marzo2023

Giovanni 8,1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?". 11Ed ella rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".

 

SULL'ANIMA

È curioso come per ben due volte Gesù interrompa le proprie attività e i propri dialoghi sulla giustizia e si metta a scrivere sulla terra. Chissà cosa avrà scritto, quale disegno o frase avrà attraversato le sue mani per fissarsi sulla terra. Purtroppo non lo sappiamo, ma sappiamo che ha preferito tacere e scrivere, piuttosto che parlare e giudicare una donna accusata. Ha preferito incidere sulla terra, ma non sulle nostre anime un suo pensiero o giudizio. E ancora una volta ci ha ricordato, il Signore, come noi non siamo l'errore che compiamo, come non ci sia un destino scritto dopo una scelta, e che lo spazio per la misericordia sia sempre aperto.

 

Buona giornata e buona settimana

Don Michele

Mercoledì 29 marzo 2023 


Giovanni 8,31-42

31Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: "Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". 33Gli risposero: "Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"?". 34Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro". 39Gli risposero: "Il padre nostro è Abramo". Disse loro Gesù: "Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero allora: "Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!". 42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.


INCHIODATI?

È strano leggere di Libertà e di croce allo stesso tempo. Nel punto in cui Gesù è stato fisicamente inchiodato al legno della croce, è stato allo stesso tempo reso libero nell'amore del padre, libero dalla morte.

A volte pensiamo che prima venga la nostra libertà, incondizionata, poi possiamo parlare di amore e scelte, perché lo abbiamo fatto da liberi. Il Signore oggi ci propone la logica opposta: sentirsi liberati dalle proprie scelte.

E noi? Ci sentiamo ingabbiati, inchiodati o liberati?


Buona e felice giornata

Don Michele

 

Venerdì 31 marzo 2023


Giovanni 10,31-42

31Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. 32Gesù disse loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?". 33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio". 34Disse loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? 37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre". 39Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 40Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. 41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero". 42E in quel luogo molti credettero in lui.


FATTO CARNE

Qual è il peccato di Gesù secondo i Giudei? Perché ancora una volta raccolgono pietre contro di lui? Perché ha osato paragonarsi con Dio, ha ammesso che può mettersi al suo stesso livello. Sacrilegio, se pensiamo che Dio sia autoritario e lontano da noi. Ma il vangelo continua e dice "il Padre è in me e io nel Padre". Ecco allora che l'incarnazione non è solo un mistero, un dogma, ma un entrare in relazione con il Signore, un amore reciproco. E quando è vicendevole, allora è anche creativo, perché crea un legame sacro.

Siamo, quindi, ancora convinti che non siamo paragonabili a Dio? Che Egli non abbia posto del sacro in noi?


Buona giornata

Don Michele

 

Lunedì santo 2023 


Giovanni 12,1-11

1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5"Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?". 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me". 9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.


LO SPRECO DELLA GRATUITA’

Il Vangelo del Lunedì Santo inizia con il racconto di una cena. Sei giorni prima della Pasqua Gesù è invitato a casa di Marta, Maria e Lazzaro. Mancano pochi giorni alle ore della Passione e Maria compie un gesto scandalosamente bello. Non si riportano discorsi, ma gesti, forse a suggerirci che l’amore è sempre un fatto concreto, non una discussione. L’Amore è l’infinita tenerezza con cui Maria unge Gesù. E’ una tenerezza da spreco che è inutile agli occhi di Giuda. L’Amore è sempre uno spreco perché chi ama non calcola, ma dà tutto. Solo chi ama così i piedi di Cristo è in grado di amare veramente i poveri. Diversamente si convincerà che i poveri sono solo folle da sfamare, non persone da amare, di cui il pane ne è solo una modalità. L’immensa lezione che si consuma prima della Pasqua è la prefigurazione di quello “spreco”, che sarà la morte di Gesù in croce. E’ lui il vasetto pieno di buon profumo dell’Amore del Padre, che rotto nella morte, spargerà per tutto il mondo il profumo della misericordia di Dio. E’ lo spreco della gratuità.


Il Signore è mia luce e mia salvezza.


Buona giornata

Don Michele

 

Martedì santo 2023 


Giovanni 13,21-33.36-38

21Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: "In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà". 22I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. 23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?". 26Rispose Gesù: "È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò". E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. 27Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: "Quello che vuoi fare, fallo presto". 28Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; 29alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. 31Quando fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 36Simon Pietro gli disse: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi". 37Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!". 38Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.


IN VERITA’

Nella debolezza di Giuda che tradisce e nella presunzione di Pietro che rinnega, contempliamo oggi quella porzione debole e caparbia della nostra umanità, che non può entrare in alleanza con Dio, se prima non è raggiunta e salvata dalla fedeltà del suo amore. Dopo tanto cammino e condivisione di vita, Gesù è ben consapevole della fragilità dei suoi amici. Di fronte al gregge spaventato dei suoi discepoli, il maestro comprende che è giunta l’ora in cui il profumo dell’amore di Dio ha bisogno di irradiare la sua invincibile forza, fino ai confini estremi della vita e della morte. Se in Giuda vediamo il “male”, da cui è necessario essere salvati, in Pietro possiamo riconoscere il “bene” da cui il Signore intende salvarci. Questa è la verità della Pasqua: la fragilità dei nostri sentimenti e la presunzione delle nostre intenzioni non sono luogo, in cui le promesse di Dio vengono smentite.


In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso


Buona giornata

Don Michele

 

Mercoledì santo

 

Matteo 26,14-25

14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: "Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. 16Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. 17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?". 18Ed egli rispose: "Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"". 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: "In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà". 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". 23Ed egli rispose: "Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". 25Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto".


IMPARARE LA GRATUITA’

Si può dare un prezzo all’Amore? No. Eppure noi commerciamo con l’Amore tutte quelle volte che invece di Amare ci offriamo solo al miglior offerente. Il nostro non è un amore ma convenienza. Usiamo Dio per convenienza, usiamo gli amici e la gente che ci vive accanto. E’ questo il vero problema di Giuda, ed è questo il problema serio di ciascuno di noi. Non potremmo mai veramente convertirci finché non cominceremo ad amare in maniera gratuita. Non potremo fare Pasqua finché non toglieremo dalla nostra testa la mentalità commerciale di Giuda. Lui sceglie di consegnare Gesù senza rendersi conto che Gesù si consegna per dargli ancora un po’ di tempo per ascoltare veramente.


O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.


Buona e serena giornata

Don Michele

 

 

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)