riflessioni quotidiane al Vangelo
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a cura di
don Michele Maiolo
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Martedì
di Pasqua (11.04.23)
11Maria
invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva.
Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due
angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e
l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?".
Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non
so dove l'hanno posto". 14Detto questo, si voltò
indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.
15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi
cerchi?". Ella, pensando che fosse il custode del
giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu,
dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù
le disse: "Maria!". Ella si voltò e gli disse in
ebraico: "Rabbunì!" - che significa:
"Maestro!". 17Gesù le disse: "Non mi
trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va'
dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e
Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"". 18Maria di Màgdala
andò ad annunciare ai discepoli: "Ho visto il
Signore!" e ciò che le aveva detto.
Il
Vangelo di oggi ci descrive l’apparizione di Gesù a Maria
Maddalena. L’esperienza di questa donna è per certi
aspetti anche la nostra esperienza di fronte a un grande
dolore. Lei era stata sotto la croce fino alla morte del suo
grande amico Gesù. Il dolore certe volte diventa una
barriera alla comprensione di quanto è accaduto e impedisce
di comprendere il grande mistero della vita che ci
accompagna. La speranza dell’incontro con il Risorto non
deve mai allontanarsi da noi. Essere capaci di ascoltare Gesù
che ci chiama. Essere pronti ad incontrarlo anche nei
momenti bui della vita.
Poniamoci
in ricerca come ha fatto Maria Maddalena per sentire Gesù
che ci chiama
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Mercoledì
di Pasqua (12.04.23)
13Ed
ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino
per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di
tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e
discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e
camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a
riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: "Che cosa sono
questi discorsi che state facendo tra voi lungo il
cammino?". Si fermarono, col volto triste; 18uno di
loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei
forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in
questi giorni?". 19Domandò loro: "Che
cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù,
il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei
sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per
farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi
speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;
con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste
cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci
hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e,
non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver
avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che
egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e
hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non
l'hanno visto". 25Disse loro: "Stolti e lenti di
cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!
26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per
entrare nella sua gloria?". 27E, cominciando da Mosè e
da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò
che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio
dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più
lontano. 29Ma essi insistettero: "Resta con noi, perché
si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò
per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese
il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma
egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l'un
l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore
mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci
spiegava le Scritture?". 33Partirono senza indugio e
fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli
Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano:
"Davvero il Signore è risorto ed è apparso a
Simone!". 35Ed essi narravano ciò che era accaduto
lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il
pane.
I
due discepoli di Emmaus vivono la nostra stessa esperienza
quando di fronte a nostre aspettative rimaniamo delusi e
attoniti per il fatto che quello che noi ci aspettavamo non
si realizza: la speranza d’amore che Gesù aveva
annunciato e che vince su ogni cosa si è spezzata
sulla
croce. L’immagine del Risorto che porta pazienza, si mette
al loro fianco, li ascolta e riprende dall’inizio i suoi
insegnamenti è la speranza che ciascuno di noi deve avere
quando si sente
scoraggiato
e deluso. Lui è sempre al nostro fianco pronto a camminare
con noi nel tortuoso difficile percorso della vita. L’Eucarestia
domenicale è il compimento di riscoperta della Sua presenza
in mezzo a noi, qui e ora.
Ringraziamo
il Signore della pazienza e dell’aiuto che ci offre tutti
i giorni della nostra vita.
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Venerdì
di Pasqua (14.04.23)
1Dopo
questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul
mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano
insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di
Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli.
3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli
dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora
uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero
nulla. 4Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma
i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse
loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?".
Gli risposero: "No". 6Allora egli disse loro:
"Gettate la rete dalla parte destra della barca e
troverete". La gettarono e non riuscivano più a
tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel
discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il
Signore!". Simon Pietro, appena udì che era il
Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era
svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece
vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci:
non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di
metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con
del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù:
"Portate un po' del pesce che avete preso ora".
11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la
rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché
fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro:
"Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava
domandargli: "Chi sei?", perché sapevano bene che
era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che
Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai
morti.
Gesù
è apparso atre due volte, eppure dopo questi eventi
straordinari, dopo queste conferme, i discepoli ancora sono
bisognosi di incontrarlo.
Sono
tornati a fare i pescatori, accettano la loro vecchia vita.
Se questo è capitato loro, di certo è un rischio che vale
anche per noi oggi. La fede non è mai totalmente acquisita,
è sempre in divenire ed ha costantemente bisogno di nuovi
eventi e nuovi incontri.
Stupisce
vedere che i discepoli, pescatori esperti, ascoltino
consigli da uno sconosciuto buttando la rete dall’altra
parte della barca.
Questo
ci racconta un atteggiamento umano fondamentale e necessario
per la fede, l’apertura, l’ascolto e l’attenzione agli
incontri e agli eventi della vita, dietro ai quali può
sempre nascondersi il vero ed atteso incontro con Gesù;
incontro che ci ridona quella forza e quel nutrimento
necessari per proseguire e crescere nel cammino della vita.
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29Gli
dicono i suoi discepoli: "Ecco, ora parli apertamente e
non più in modo velato. 30Ora sappiamo che tu sai tutto e
non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo
che sei uscito da Dio". 31Rispose loro Gesù:
"Adesso credete? 32Ecco, viene l'ora, anzi è già
venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi
lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con
me. 33Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel
mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto
il mondo!".
Tribolazioni,
ansie, crisi, sono queste alcune delle parole che
riecheggiano spesso sulle nostre bocche. Stanchi,
affrontiamo la vita un problema alla volta. Ci sarà una via
d'uscita?
Crisi.
L'origine di questa parole è in comune con la parola
"creatività", perché la fantasia, la creatività
nascono dall'angoscia, dal sentirsi rotti dentro, a pezzi.
Ed è proprio questa originalità che fa scaturire dalle
crepe una vita nuova, una forma rinnovata dai cocci.
Da
cristiani, siamo promotori di vita, di rinascita, di
risurrezione. E nei salti più paurosi, dai passi che
sembrano nel vuoto, abbiamo la fiducia di affidarci a Gesù,
che la morte l'ha già sconfitta, trovando un ponte che
conduce alla vita eterna.
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1Così
parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse:
"Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché
il Figlio glorifichi te. 2Tu gli hai dato potere su ogni
essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro
che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano
te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
4Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi
hai dato da fare. 5E ora, Padre, glorificami davanti a te
con quella gloria che io avevo presso di te prima che il
mondo fosse. 6Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi
hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi
hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le
cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che
hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e
sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu
mi hai mandato. 9Io prego per loro; non prego per il mondo,
ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte
le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono
glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi
invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo,
custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché
siano una sola cosa, come noi.
Alcuni
studi dimostrano che avere una memoria visiva aiuta a
studiare, proprio perché la luce è la cosa più veloce che
conosciamo e le immagini permeano nel nostro corpo prima di
qualsiasi altra sensazione. Gesù ci invita a usare questa
caratteristica per valorizzare dei volti, non delle idee o
delle parole.
Il
valore dell'incontro è fondamentale e ciò si avvera solo
nel momento in cui vediamo un volto oltre la preghiera, una
persona dietro la croce.
Imparare
a mettere da parte il proprio ideale per fare posto a un
volto. Ma imparare a scorgerlo e a scorgere la fede tra i
volti non è sempre scontato, ma la preghiera ci aiuta a
renderlo possibile.
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11Io
non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io
vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello
che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
12Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello
che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è
andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché
si compisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico
questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi
la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato loro la tua parola
e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo,
come io non sono del mondo. 15Non prego che tu li tolga dal
mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16Essi non sono
del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella
verità. La tua parola è verità. 18Come tu hai mandato me
nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19per loro io
consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella
verità.
La
preghiera stupenda che Gesù lascia al Padre è intensa ed
emozionante. La potremmo parafrasare così: "Papà,
prenditi cura di loro, proteggili con la tua vita, così
come per me daresti la vita."
E
noi siamo abituati a pensarla in questi termini? Facciamo ciò
che ci fa piacere, ciò che ci fa stare bene oppure ciò per
cui siamo disposti a dare la vita? Perché non c'è da
tirarsi indietro, non ci sono mezze misure, la nostra vita o
la doniamo o la soffochiamo.
E
soprattutto oggi, potremmo anche declinare in questo modo
questo versetto: "Padre, prenditi cura delle persone in
difficoltà, dei fragili e anche degli sfollati per
l'alluvione. Abbracciali e confortali sul tuo petto come un
padre. Amen"
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20Non
prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in
me mediante la loro parola: 21perché tutti siano una sola
cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi
in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22E la
gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché
siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23Io in
loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il
mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come
hai amato me. 24Padre, voglio che quelli che mi hai dato
siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la
mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato
prima della creazione del mondo. 25Padre giusto, il mondo
non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno
conosciuto che tu mi hai mandato. 26E io ho fatto conoscere
loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con
il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".
Nulla
si fa nella fede al di fuori di una relazione. Anche Dio
stesso, per definirsi, ha usato l'immagine della Trinità.
Non c'è mare senza gocce d'acqua, non c'è cristiano senza
prossimo.
Un
giorno per spiegare la Trinità mi è stato detto di non
pensare di avere tre persone che sommate fanno una (1+1+1=1)
perché non è giusto, neanche matematicamente. Pensa,
piuttosto, come se si donassero l'una per l'altra (1x1x1=1),
come in una moltiplicazione. Perché spendendosi PER
qualcuno si ritorna sempre nella perfetta unità, nella
relazione d'amore che tutto unisce.
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15Quand'ebbero
mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone, figlio
di Giovanni, mi ami più di costoro?". Gli rispose:
"Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene".
Gli disse: "Pasci i miei agnelli". 16Gli disse di
nuovo, per la seconda volta: "Simone, figlio di
Giovanni, mi ami?". Gli rispose: "Certo, Signore,
tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pascola
le mie pecore". 17Gli disse per la terza volta:
"Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?".
Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli
domandasse: "Mi vuoi bene?", e gli disse:
"Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio
bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecore.
18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane
ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai
vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti
porterà dove tu non vuoi". 19Questo disse per indicare
con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto
questo, aggiunse: "Seguimi".
Gesù
in poche righe ci aiuta a leggere e meditare l'educazione in
tutti i campi della nostra vita e si concentra su due
aspetti che sicuramente abbiamo vissuto o vivremo: la libertà
e la fiducia.
La
libertà: l'essere amati e lasciati liberi, anche se questo
può provocare dolore. La fiducia: il conoscere il tempo in
cui affidarsi e lasciarsi guidare.
Libertà
e fiducia sono anche due caratteristiche di san Filippo
Neri, di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica. La
libertà e spensieratezza del giovane e l'esperienza e la
fiducia dell'anziano, a volte neanche più autosufficiente.
Ringraziamo
il Signore per la gioia che ci sono nello sguardo dei santi.
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Beata
vergine Maria madre della Chiesa
25Stavano
presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora,
vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo
figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco tua
madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.
28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto,
affinché si compisse la Scrittura, disse: "Ho
sete". 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero
perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e
gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l'aceto,
Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo,
consegnò lo spirito. 31Era il giorno della Parasceve e i
Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante
il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -,
chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e
fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono
le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi
insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già
morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con
una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e
acqua.
È
sempre stato affascinante questo passo del Vangelo per le
numerose simbologie che contiene. Una di queste è
sicuramente la sete di Gesù. Ma come è possibile che con
la morte vicina, il dolore dei chiodi in corpo, vedendo sua
madre ai suoi piedi, il suo problema fosse la sete??
Di
quale sete parla? Non sicuramente quella fisica, ma
piuttosto del desiderio della relazione con Dio, che è
acqua viva, e che quindi in quel momento avrebbe superato
anche la morte che lo guardava in faccia. Siamo noi capaci
di sentire questa sete verso Dio? Nei nostri limiti
riconosciamo il bisogno di abbeverarci alla Parola?
Chiediamo
al Signore di aiutarci a nutrirci di Lui e della sua Parola,
perché anche noi riusciamo a soddisfare la nostra sete.
E
ci affidiamo anche a Maria che era lì sotto la croce per
accompagnare il Figlio ma , che da quel giorno, accompagna
ciascuno di noi.
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28Pietro
allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato
tutto e ti abbiamo seguito". 29Gesù gli rispose:
"In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia
lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o
campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non
riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case
e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a
persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. 31Molti
dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi".
Quante
volte nelle nostre giornate ci piace fare vedere quello che
abbiamo fatto, quello che abbiamo conquistato.
Anche
i discepoli si comportavano così, facevano il conto dei
sacrifici fatti e di quanto sono stati bravi.
Ecco
Signore, io ho fatto questo, mi sono meritata di stare con
te, adesso posso dire senza problemi che è mio.
Per
capire cosa invece ci dice Gesù, prendiamo ad esempio San
Francesco d'Assisi: egli ha scelto di restituire ai poveri
ciò che a loro spettava. E la parola giusta è proprio
restituire, perché non ha donato niente che non fosse già
loro. Liberiamoci dalla logica del possesso, del merito e
abbracciamo la logica della comunione.
Liberami
Signore da ogni mia costrizione e insegnami a condividere
con i miei fratelli e sorelle.
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39In
quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la
regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella
casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta
ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo
grembo . Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò
a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il
frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del
mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è
giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia
nel mio grembo . 45E beata colei che ha creduto
nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
46Allora Maria disse:
"L'anima
mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, 48perché ha guardato l'umiltà della sua
serva.
D'ora
in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi
cose ha fatto per me l'Onnipotente
e
Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua
misericordia
per
quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo
braccio,
ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha
rovesciato i potenti dai troni,
ha
innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha
rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo
servo,
ricordandosi
della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri,
per
Abramo e la sua discendenza, per sempre". 56Maria
rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
La
prima manifestazione fisica di Gesù sulla terra avviene in
un momento tanto semplice quanto colmo di dolcezza, un
sussulto del bambino nel grembo materno. Maria oggi ci
ricorda come il Signore, nel nostro quotidiano, non si trova
in gesti plateali o grandi esaltazioni, poiché si
rischierebbe di astrarre e allontanare la Sua figura dalla
concretezza del nostro vivere. Ѐ nell’incontro tra
due donne, tra due cuori, che si scoprono le “grandi
cose” che il Signore prepara per noi.
Maria
ci suggerisce anche come vivere questa scoperta: la vera
gioia è riuscire a vedere ciò che ci circonda in maniera
trasfigurata, non si tratta di trovare una soluzione a tutti
i nostri problemi, ma di riuscire a vedere in ogni frammento
di esistenza qualcosa per cui essere ogni giorno grati.
Stupore e gratitudine, come atteggiamenti che
quotidianamente ci donano la scintilla di fede.
"Grazie,
Signore, per ogni piccola grande gioia che oggi ci hai
donato”
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46E
giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi
discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che
era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo
che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire:
"Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".
48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava
ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di
me!". 49Gesù si fermò e disse:
"Chiamatelo!". Chiamarono il cieco, dicendogli:
"Coraggio! Àlzati, ti chiama!". 50Egli, gettato
via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
51Allora Gesù gli disse: "Che cosa vuoi che io faccia
per te?". E il cieco gli rispose: "Rabbunì, che
io veda di nuovo!". 52E Gesù gli disse: "Va', la
tua fede ti ha salvato". E subito vide di nuovo e lo
seguiva lungo la strada
A
volte ci sentiamo ciechi, incapaci di vedere le opere del
Signore, proprio come Bartimeo. Guardiamo ovunque, ma ci è
impossibile riconoscere, perché crediamo che un ostacolo
impedisca questo incontro.
E
allora come faremo a comprendere che Gesù ci è accanto?
Come ha fatto Bartimeo a riconoscerlo?
Perché
il Signore ha qualcosa di familiare, di unico, una voce che
anche noi sappiamo distinguere nella folla, e in qualche
modo ci è già entrata nel cuore.
Ecco
allora che il Signore torna da noi, si fa vedere anche senza
che noi vediamo. Si mostra anche nelle nostre cecità.
Affidiamoci
al Signore e lasciamo aperto il nostro cuore, perché Gesù
conosce i nostri limiti, ma ama molto di più le nostre
qualità. E lì torneremo ad incontrarlo.
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11Ed
entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni
cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici
verso Betània. 12La mattina seguente, mentre uscivano da
Betània, ebbe fame. 13Avendo visto da lontano un albero di
fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per
caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non
trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei
fichi. 14Rivolto all'albero, disse: "Nessuno mai più
in eterno mangi i tuoi frutti!". E i suoi discepoli
l'udirono. 15Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si
mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che
compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e
le sedie dei venditori di colombe 16e non permetteva che si
trasportassero cose attraverso il tempio. 17E insegnava loro
dicendo: "Non sta forse scritto:
La
mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le
nazioni? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri".
18Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano
il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché
tutta la folla era stupita del suo insegnamento. 19Quando
venne la sera, uscirono fuori dalla città. 20La mattina
seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin
dalle radici. 21Pietro si ricordò e gli disse:
"Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto
è seccato". 22Rispose loro Gesù: "Abbiate fede
in Dio! 23In verità io vi dico: se uno dicesse a questo
monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza
dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene,
ciò gli avverrà. 24Per questo vi dico: tutto quello che
chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto
e vi accadrà. 25Quando vi mettete a pregare, se avete
qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre
vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe".
Sarà
sicuramente capitato anche a noi di chiedere aiuto, di
sentirci in difficoltà e trovare il coraggio di rivolgervi
a qualcun altro. A volte questa cosa ci ha rincuorato, ma
purtroppo altre volte ci ha amareggiato, e qualcuno ci ha
pure risposto "non sai cosa ho dovuto fare io, non sai
quali sono i veri problemi...".
Ci
sono infatti due tipi di persone, chi riesce ad offrire i
propri frutti e condividere il proprio cuore, e chi ha
timore ad aprire il cuore all'ascolto e alla comunione,
nascondendo i frutti dietro ad un mucchio di foglie.
Prendiamo
esempio da questo racconto e impariamo a donarci
interamente, a mostrare le nostre fragilità ed emozioni,
essendo pronti al passaggio di qualcuno di bisognoso e a
fare trovare un banchetto abbondante, invece che poche
foglie verdi. Impariamo la generosità come virtù divina.
Buona
e felice giornata a tutti
|
27Andarono
di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio,
vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli
anziani 28e gli dissero: "Con quale autorità fai
queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farle?".
29Ma Gesù disse loro: "Vi farò una sola domanda. Se
mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo.
30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?
Rispondetemi". 31Essi discutevano fra loro dicendo:
"Se diciamo: "Dal cielo", risponderà:
"Perché allora non gli avete creduto?". 32Diciamo
dunque: "Dagli uomini"?". Ma temevano la
folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente
un profeta. 33Rispondendo a Gesù dissero: "Non lo
sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanche io vi dico
con quale autorità faccio queste cose".
Autorità
è una parola che talvolta mette distanza. E a Gesù non
piace molto come parola. La sua non è autorità, perché
non impone ma lascia liberi. La sua è piuttosto servizio.
Quello spazio di amore e altruità che riempie di
significato il proprio agire da cristiano.
Allora
Gesù decide di non rispondere, ma non per superbia o per
paura, ma proprio perche la domanda è posta in maniera
sbagliata. Proviamo a modificarla così..."a servizio
di chi/cosa fai queste cose?" Ed ecco che ogni distanza
si è annullata. È diventata irrilevante nel servizio
gratuito.
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