Pasqua 2023 
riflessioni quotidiane al Vangelo

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a cura di don Michele Maiolo

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Martedì di Pasqua (11.04.23)


Giovanni 20,11-18

11Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto". 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù le disse: "Maria!". Ella si voltò e gli disse in ebraico: "Rabbunì!" - che significa: "Maestro!". 17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"". 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: "Ho visto il Signore!" e ciò che le aveva detto.


OSTACOLI DEL CUORE

Il Vangelo di oggi ci descrive l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena. L’esperienza di questa donna è per certi aspetti anche la nostra esperienza di fronte a un grande dolore. Lei era stata sotto la croce fino alla morte del suo grande amico Gesù. Il dolore certe volte diventa una barriera alla comprensione di quanto è accaduto e impedisce di comprendere il grande mistero della vita che ci accompagna. La speranza dell’incontro con il Risorto non deve mai allontanarsi da noi. Essere capaci di ascoltare Gesù che ci chiama. Essere pronti ad incontrarlo anche nei momenti bui della vita.

Poniamoci in ricerca come ha fatto Maria Maddalena per sentire Gesù che ci chiama

 

Buona giornata di cuore

Don Michele

 

Mercoledì di Pasqua (12.04.23)


Luca 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?". Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". 19Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". 25Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: "Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


ATTESA

I due discepoli di Emmaus vivono la nostra stessa esperienza quando di fronte a nostre aspettative rimaniamo delusi e attoniti per il fatto che quello che noi ci aspettavamo non si realizza: la speranza d’amore che Gesù aveva annunciato e che vince su ogni cosa si è spezzata

sulla croce. L’immagine del Risorto che porta pazienza, si mette al loro fianco, li ascolta e riprende dall’inizio i suoi insegnamenti è la speranza che ciascuno di noi deve avere quando si sente

scoraggiato e deluso. Lui è sempre al nostro fianco pronto a camminare con noi nel tortuoso difficile percorso della vita. L’Eucarestia domenicale è il compimento di riscoperta della Sua presenza in mezzo a noi, qui e ora.

Ringraziamo il Signore della pazienza e dell’aiuto che ci offre tutti i giorni della nostra vita.

 

Buona giornata di cuore

Don Michele

 

Venerdì di Pasqua (14.04.23)


Giovanni 21,1-14

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". 6Allora egli disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso ora". 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.


L'ARTE DELL'INCONTRO

Gesù è apparso atre due volte, eppure dopo questi eventi straordinari, dopo queste conferme, i discepoli ancora sono bisognosi di incontrarlo.

Sono tornati a fare i pescatori, accettano la loro vecchia vita. Se questo è capitato loro, di certo è un rischio che vale anche per noi oggi. La fede non è mai totalmente acquisita, è sempre in divenire ed ha costantemente bisogno di nuovi eventi e nuovi incontri.

Stupisce vedere che i discepoli, pescatori esperti, ascoltino consigli da uno sconosciuto buttando la rete dall’altra parte della barca. 

Questo ci racconta un atteggiamento umano fondamentale e necessario per la fede, l’apertura, l’ascolto e l’attenzione agli incontri e agli eventi della vita, dietro ai quali può sempre nascondersi il vero ed atteso incontro con Gesù; incontro che ci ridona quella forza e quel nutrimento necessari per proseguire e crescere nel cammino della vita.

 

Buona e felice giornata

Don Michele

 

Lunedì 22 maggio


Giovanni 16,29-33

29Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. 30Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio". 31Rispose loro Gesù: "Adesso credete? 32Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. 33Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!".


CRISI E PONTI

Tribolazioni, ansie, crisi, sono queste alcune delle parole che riecheggiano spesso sulle nostre bocche. Stanchi, affrontiamo la vita un problema alla volta. Ci sarà una via d'uscita?

Crisi. L'origine di questa parole è in comune con la parola "creatività", perché la fantasia, la creatività nascono dall'angoscia, dal sentirsi rotti dentro, a pezzi. Ed è proprio questa originalità che fa scaturire dalle crepe una vita nuova, una forma rinnovata dai cocci.

Da cristiani, siamo promotori di vita, di rinascita, di risurrezione. E nei salti più paurosi, dai passi che sembrano nel vuoto, abbiamo la fiducia di affidarci a Gesù, che la morte l'ha già sconfitta, trovando un ponte che conduce alla vita eterna.


Buona settimana di cuore

Don Michele

 

Martedì 23 maggio


Giovanni 17,1-11

1Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: "Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. 2Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. 6Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 9Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.


CERCO IL TUO VOLTO

Alcuni studi dimostrano che avere una memoria visiva aiuta a studiare, proprio perché la luce è la cosa più veloce che conosciamo e le immagini permeano nel nostro corpo prima di qualsiasi altra sensazione. Gesù ci invita a usare questa caratteristica per valorizzare dei volti, non delle idee o delle parole.

Il valore dell'incontro è fondamentale e ciò si avvera solo nel momento in cui vediamo un volto oltre la preghiera, una persona dietro la croce.

Imparare a mettere da parte il proprio ideale per fare posto a un volto. Ma imparare a scorgerlo e a scorgere la fede tra i volti non è sempre scontato, ma la preghiera ci aiuta a renderlo possibile.


Buona giornata di cuore

Don Michele

 

Mercoledì 24 maggio


Giovanni 17,11-19

11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. 12Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.


CARO PAPÀ...

La preghiera stupenda che Gesù lascia al Padre è intensa ed emozionante. La potremmo parafrasare così: "Papà, prenditi cura di loro, proteggili con la tua vita, così come per me daresti la vita."

E noi siamo abituati a pensarla in questi termini? Facciamo ciò che ci fa piacere, ciò che ci fa stare bene oppure ciò per cui siamo disposti a dare la vita? Perché non c'è da tirarsi indietro, non ci sono mezze misure, la nostra vita o la doniamo o la soffochiamo.

E soprattutto oggi, potremmo anche declinare in questo modo questo versetto: "Padre, prenditi cura delle persone in difficoltà, dei fragili e anche degli sfollati per l'alluvione. Abbracciali e confortali sul tuo petto come un padre. Amen"


Buona giornata

Don Michele

 

Giovedì 25 maggio


Giovanni 17,20-26

20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. 24Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. 25Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".


PER-FETTI

Nulla si fa nella fede al di fuori di una relazione. Anche Dio stesso, per definirsi, ha usato l'immagine della Trinità. Non c'è mare senza gocce d'acqua, non c'è cristiano senza prossimo.

Un giorno per spiegare la Trinità mi è stato detto di non pensare di avere tre persone che sommate fanno una (1+1+1=1) perché non è giusto, neanche matematicamente. Pensa, piuttosto, come se si donassero l'una per l'altra (1x1x1=1), come in una moltiplicazione. Perché spendendosi PER qualcuno si ritorna sempre nella perfetta unità, nella relazione d'amore che tutto unisce.


Buona giornata di cuore

Don Michele

 

Venerdì 26 maggio


Giovanni 21,15-19

15Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pascola le mie pecore". 17Gli disse per la terza volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: "Mi vuoi bene?", e gli disse: "Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi". 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: "Seguimi".


LASCIAR ANDARE

Gesù in poche righe ci aiuta a leggere e meditare l'educazione in tutti i campi della nostra vita e si concentra su due aspetti che sicuramente abbiamo vissuto o vivremo: la libertà e la fiducia.

La libertà: l'essere amati e lasciati liberi, anche se questo può provocare dolore. La fiducia: il conoscere il tempo in cui affidarsi e lasciarsi guidare.

Libertà e fiducia sono anche due caratteristiche di san Filippo Neri, di cui oggi festeggiamo la memoria liturgica. La libertà e spensieratezza del giovane e l'esperienza e la fiducia dell'anziano, a volte neanche più autosufficiente.


Ringraziamo il Signore per la gioia che ci sono nello sguardo dei santi.


Buona giornata

Don Michele

 

Lunedì 29 maggio

Beata vergine Maria madre della Chiesa


Giovanni 19,25-34

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé. 28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: "Ho sete". 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito. 31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.



È sempre stato affascinante questo passo del Vangelo per le numerose simbologie che contiene. Una di queste è sicuramente la sete di Gesù. Ma come è possibile che con la morte vicina, il dolore dei chiodi in corpo, vedendo sua madre ai suoi piedi, il suo problema fosse la sete??

Di quale sete parla? Non sicuramente quella fisica, ma piuttosto del desiderio della relazione con Dio, che è acqua viva, e che quindi in quel momento avrebbe superato anche la morte che lo guardava in faccia. Siamo noi capaci di sentire questa sete verso Dio? Nei nostri limiti riconosciamo il bisogno di abbeverarci alla Parola?

Chiediamo al Signore di aiutarci a nutrirci di Lui e della sua Parola, perché anche noi riusciamo a soddisfare la nostra sete.

E ci affidiamo anche a Maria che era lì sotto la croce per accompagnare il Figlio ma , che da quel giorno, accompagna ciascuno di noi. 


Buona settimana di cuore

 

Martedì 30 maggio 


Marco 10,28-31

28Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". 29Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. 31Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi".


È MIO!!!

Quante volte nelle nostre giornate ci piace fare vedere quello che abbiamo fatto, quello che abbiamo conquistato.

Anche i discepoli si comportavano così, facevano il conto dei sacrifici fatti e di quanto sono stati bravi.

Ecco Signore, io ho fatto questo, mi sono meritata di stare con te, adesso posso dire senza problemi che è mio.

Per capire cosa invece ci dice Gesù, prendiamo ad esempio San Francesco d'Assisi: egli ha scelto di restituire ai poveri ciò che a loro spettava. E la parola giusta è proprio restituire, perché non ha donato niente che non fosse già loro. Liberiamoci dalla logica del possesso, del merito e abbracciamo la logica della comunione.


Liberami Signore da ogni mia costrizione e insegnami a condividere con i miei fratelli e sorelle. 


Buona e felice giornata

Don Michele

 

Lunedì 31 maggio 


Luca 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo . Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo . 45E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto". 46Allora Maria disse: 

"L'anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l'umiltà della sua serva. 

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente 

e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia 

per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, 

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, 

ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, 

ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, 

ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, 

per Abramo e la sua discendenza, per sempre". 56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.


LUCE AI MIEI OCCHI

La prima manifestazione fisica di Gesù sulla terra avviene in un momento tanto semplice quanto colmo di dolcezza, un sussulto del bambino nel grembo materno. Maria oggi ci ricorda come il Signore, nel nostro quotidiano, non si trova in gesti plateali o grandi esaltazioni, poiché si rischierebbe di astrarre e allontanare la Sua figura dalla concretezza del nostro vivere. Ѐ nell’incontro tra due donne, tra due cuori, che si scoprono le “grandi cose” che il Signore prepara per noi.

Maria ci suggerisce anche come vivere questa scoperta: la vera gioia è riuscire a vedere ciò che ci circonda in maniera trasfigurata, non si tratta di trovare una soluzione a tutti i nostri problemi, ma di riuscire a vedere in ogni frammento di esistenza qualcosa per cui essere ogni giorno grati. Stupore e gratitudine, come atteggiamenti che quotidianamente ci donano la scintilla di fede.


"Grazie, Signore, per ogni piccola grande gioia che oggi ci hai donato”


Buona giornata

Don Michele

 

Giovedì 1 giugno


Marco 10,46-52

46E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". 49Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". Chiamarono il cieco, dicendogli: "Coraggio! Àlzati, ti chiama!". 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: "Che cosa vuoi che io faccia per te?". E il cieco gli rispose: "Rabbunì, che io veda di nuovo!". 52E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato". E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada



A volte ci sentiamo ciechi, incapaci di vedere le opere del Signore, proprio come Bartimeo. Guardiamo ovunque, ma ci è impossibile riconoscere, perché crediamo che un ostacolo impedisca questo incontro.

E allora come faremo a comprendere che Gesù ci è accanto? Come ha fatto Bartimeo a riconoscerlo?

Perché il Signore ha qualcosa di familiare, di unico, una voce che anche noi sappiamo distinguere nella folla, e in qualche modo ci è già entrata nel cuore.

Ecco allora che il Signore torna da noi, si fa vedere anche senza che noi vediamo. Si mostra anche nelle nostre cecità.

Affidiamoci al Signore e lasciamo aperto il nostro cuore, perché Gesù conosce i nostri limiti, ma ama molto di più le nostre qualità. E lì torneremo ad incontrarlo.


Buona giornata

Don Michele

 

Venerdì 2 giugno 


Marco 11,11-25

11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. 12La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. 14Rivolto all'albero, disse: "Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!". E i suoi discepoli l'udirono. 15Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 16e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. 17E insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: 

La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri". 18Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. 19Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. 20La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. 21Pietro si ricordò e gli disse: "Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato". 22Rispose loro Gesù: "Abbiate fede in Dio! 23In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. 24Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. 25Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe".


NIENTE DA OFFRIRE 

Sarà sicuramente capitato anche a noi di chiedere aiuto, di sentirci in difficoltà e trovare il coraggio di rivolgervi a qualcun altro. A volte questa cosa ci ha rincuorato, ma purtroppo altre volte ci ha amareggiato, e qualcuno ci ha pure risposto "non sai cosa ho dovuto fare io, non sai quali sono i veri problemi...".

Ci sono infatti due tipi di persone, chi riesce ad offrire i propri frutti e condividere il proprio cuore, e chi ha timore ad aprire il cuore all'ascolto e alla comunione, nascondendo i frutti dietro ad un mucchio di foglie.

Prendiamo esempio da questo racconto e impariamo a donarci interamente, a mostrare le nostre fragilità ed emozioni, essendo pronti al passaggio di qualcuno di bisognoso e a fare trovare un banchetto abbondante, invece che poche foglie verdi. Impariamo la generosità come virtù divina.


Buona e felice giornata a tutti

Don Michele

 

Sabato 3 giugno


Marco 11,27-33

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani 28e gli dissero: "Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farle?". 29Ma Gesù disse loro: "Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. 30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". 31Essi discutevano fra loro dicendo: "Se diciamo: "Dal cielo", risponderà: "Perché allora non gli avete creduto?". 32Diciamo dunque: "Dagli uomini"?". Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. 33Rispondendo a Gesù dissero: "Non lo sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose".


Autorità è una parola che talvolta mette distanza. E a Gesù non piace molto come parola. La sua non è autorità, perché non impone ma lascia liberi. La sua è piuttosto servizio. Quello spazio di amore e altruità che riempie di significato il proprio agire da cristiano.

Allora Gesù decide di non rispondere, ma non per superbia o per paura, ma proprio perche la domanda è posta in maniera sbagliata. Proviamo a modificarla così..."a servizio di chi/cosa fai queste cose?" Ed ecco che ogni distanza si è annullata. È diventata irrilevante nel servizio gratuito.


Buon Sabato di cuore

Don Michele

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)