Furono
riempiti di Spirito Santo
l'idea
guida
Lo
Spirito Santo
origina
festa nei cuori
e
apre cammini di speranza
La nostra comunità cristiana è invitata
quest’anno a progredire nella sua esperienza di fede alla
luce della Pentecoste.
Il dono dello Spirito Santo cambia la vita e porta il
cristiano ad agire.
La Chiesa è il luogo dove lo Spirito continua la
rivelazione di Gesù.
In essa il suo messaggio viene ricevuto, compreso e
testimoniato dalla vita dei credenti.
Per
opera dello Spirito, il cristiano sa leggere il progetto di
Dio dentro la storia, sa fare memoria di ciò che Dio ha
compiuto per la salvezza degli uomini, sa capire oggi i segni
del futuro.
La Pentecoste cristiana è raccontata nel libro degli Atti
degli Apostoli nel secondo capitolo.
Avviene a Gerusalemme, al compiersi della festa della
Pentecoste ebraica, cinquantesimo giorno dopo la Pasqua.
I discepoli di Gesù si trovano riuniti nello
stesso luogo insieme agli Undici. La manifestazione dello
Spirito Santo avviene con segni imponenti, già noti
nell’Antico Testamento: un soffio violento (una eco, una
risonanza) e il fuoco, come nel Sinai.
Le lingue divise di fuoco si posano su ciascuno
dei presenti, a indicare che il dono dello Spirito è per
tutti, è personale, è dato dentro la comunità.
La prima conseguenza della Pentecoste cristiana
è il parlare altre lingue, il comunicare nelle varie lingue
le grandi opere di Dio, il fare capire a tutti il Vangelo.
Una seconda conseguenza è che
il dono dello
Spirito suscita accoglienza o rifiuto, entusiasmo in alcuni e
perplessità in altri. Il dono dello Spirito provoca una
grande gioia in coloro che lo accolgono.
Lo Spirito Santo rende capaci di comunicare in
modo nuovo.
La comunità dei discepoli, trasformata,
diventa missionaria, cioè in grado di fare memoria della vita
e della morte di Gesù e di annunciare la sua risurrezione per
tutto il corso della storia, fino alla sua venuta ultima.
Per gli uomini nasce la speranza e si aprono
cammini nuovi di redenzione.
(
Elio)
la
comunità cristiana
ricorda
la
sua esperienza con Dio
La memoria è importante
nella vita di una persona.
L’uomo che non ricorda è
un uomo senza radici, sganciato dal passato e smarrito
rispetto al futuro, è un uomo senza identità. Anche nella
relazione con Dio il ricordare è importante.
Da quando Dio si è preso
pensiero della sorte degli uomini, la storia ed il tempo sono
diventati i custodi del Suo agire, i depositari del senso e
dell’orientamento che Egli dona all’esistenza e al futuro
dell’umanità.
Affidando alla storia le
tracce del proprio passaggio, Dio dà all’uomo di ogni tempo
la possibilità di incontrarLo e di riconoscerLo.
Queste tracce lasciate da Dio
le chiamiamo eventi fondativi, gli eventi cioè che hanno
segnato in modo indelebile la relazione tra Dio e gli uomini.
L’uomo che vive in
relazione con Dio, che a questa relazione ci tiene e su di
essa fonda la propria esistenza, ricorda questi eventi
e li celebra.
Il ricordare o il fare
memoria in senso biblico, è una memoria che coinvolge
l’uomo e Dio ed è una memoria efficace, perché incarna
nell’oggi le opere compiute da Dio e le fa accadere per noi.
Il fare memoria ci
rende contemporanei
all’evento compiuto da Dio,
come quando, dopo la
consacrazione diciamo:
“Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua
risurrezione nell’attesa della
tua venuta”. Noi non
c’eravamo quando questo
è accaduto, eppure siamo
noi, oggi, ad annunciare la morte
e a proclamare la
risurrezione di Gesù.
La persona di fede ricorda e
canta gli interventi di Dio nella propria vita, e li canta per
darGli gloria, come ha fatto Maria nel Magnificat.
Anche la comunità cristiana
ricorda, ricorda per non dimenticare, per lasciare che Dio
agisca ancora, per gioire del cammino che Dio gli ha donato e
gli dona di fare. E’ quello che faremo noi.
Cercheremo gli eventi
fondativi che hanno segnato la nostra relazione con Dio e che
come comunità abbiamo vissuto. Sarà lo Spirito a farci
ricordare le grandi opere compiute da Dio in mezzo a noi e per
noi.
Lo Spirito susciterà festa
nel nostro cuore e ci affinerà nell’arte di vivere alla
presenza di Dio.
E noi cammineremo con nuovo vigore e con nuova fiducia.
(
Rita)
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