ICONA
DELLA CROCIFISSIONE

il
22-09-2002 il Consiglio pastorale ha presentato alla comunità
l'icona
che ci accompagna in questo nuovo anno pastorale.
Riportiamo
l'icona e la spiegazione in modo che ciascuno possa
contemplarla
e
ritrovare in essa il cammino che si apre davanti a noi.
L'originale
a colori si trova ogni domenica presso l'altare.
L'icona
che abbiamo di fronte riproduce un'opera russa della fine
del 1300, di chiaro influsso bizantino.
L'intera
composizione è caratterizzata da un grande equilibrio.
La
croce è piantata saldamente su di un cono pietroso che
rappresenta il Golgota e si staglia su uno spazio delimitato
dalle mura di Gerusalemme.
La
crocifissione avviene fuori delle mura, perché Gesù viene
rifiutato da Israele e perché la sua morte non profani la
città santa.
Le
figure sono rappresentate così.
Il
corpo di Maria è lievemente inclinato verso la croce
e il corpo di Gesù verso Maria. Il contorno arcuato
dell'Apostolo Giovanni e i due angeli, in alto, danno
stabilità all'intera struttura.
Giovanni
poggia la guancia su una mano, antico gesto del dolore;
La
Madre è nell'atteggiamento di chi intercede.
Gli
angeli si velano il volto, attoniti di fronte
all'umiliazione dei Signore della vita. Sopra tutto si
impone il corpo delicato dei crocefisso, al quale la curva
del ventre, detta curva del dolore, conferisce eleganza e
leggerezza.
Il
chiarore dorato dello sfondo fa risaltare l'accordo
cromatico ocra- bruno delle figure.
I
riflessi acquei sulla stoffa che cinge i fianchi di Cristo,
sulle tuniche di Maria e Giovanni e sulle rocce del Golgota
contribuiscono ad annullare ogni pesantezza.
Il
sangue zampilla dal costato di Cristo e scorre sulle ferite
dei chiodi. Nel profondo della morte Egli manifesta segni di
vita nuova. Sotto la croce il cranio illuminato di Adamo
riceve il lavacro della redenzione. Essa si estende a tutto
l'universo, come è ben rappresentato dalla croce bizantina.
Essa
è a tre dimensioni. li braccio trasversale e la base
indicano i quattro punti cardinali mentre l'asse verticale
segna l'incontro tra cielo e terra. La croce di Cristo
abbraccia così il mondo intero per portarlo a vita nuova.
Nel
nuovo anno pastorale questa icona ci aiuterà a contemplare
la croce come parabola e simbolo di tutta la storia della
salvezza.

L’idea
guida nasce nel clima di preghiera, di silenzio, di
approfondimento e di condivisione fraterna che il Consiglio
Pastorale vive all’inizio di settembre, nel ritiro; nasce
dalla contemplazione di un’icona e dalla meditazione del
testo biblico a cui si riferisce; nasce dalle indicazioni
diocesane e dal cammino comunitario che stiamo vivendo. Ecco
l’idea guida per il nuovo anno pastorale:
La
croce di Gesù
è
parabola di una nuova annunciazione.
La
comunità cristiana viene trasformata dallo Spirito
in
famiglia di Dio.
1.
Al centro c’è la croce di Gesù, da vedere come
parabola narrata entro tutta la storia della salvezza, come
parabola in cui il progetto del Padre, la risposta del
Figlio e l’azione dello Spirito si incontrano e si
manifestano aprendo a noi orizzonti nuovi. La sofferenza e
il dolore sono inseriti nel mistero grande di amore e di
compimento di cui la croce è simbolo e sorgente.
2.
Abbiamo voluto indicare questa apertura, questo modo
nuovo di pensare la croce parlando di essa come di una nuova
annunciazione. L’icona di quest’anno ed il Trittico
della nostra Chiesa si illuminano a vicenda.
Le
figure di Maria e di Giovanni ci aiuteranno ad entrare anche
noi nel mistero aperto dalla croce di Gesù.
3.
Da
questo scaturisce ciò che abbiamo indicato nella seconda
parte dell’idea:
La
comunità cristiana viene trasformata dallo Spirito in
famiglia di Dio.
Abbiamo
messo in risalto la comunità cristiana, la Chiesa di Dio
che siamo noi, e l’abbiamo pensata come colei che viene
trasformata dallo Spirito.
Vogliamo
così sottolineare che l’azione prima e fondamentale viene
svolta dallo Spirito del Padre e del Figlio, lo Spirito
effuso da Gesù sulla croce.
4.
E’ lo Spirito a trasformare la comunità cristiana in
famiglia di Dio. Se siamo cresciuti in età, sapienza e
grazia davanti a Dio e agli uomini, secondo l’idea guida
dell’anno
scorso, possiamo ora diventare le creature nuove generate da
Dio e unite tra loro non in virtù di vincoli di carne, ma
in virtù della comunione con Gesù. Il passaggio fatto da
Maria e Giovanni siamo chiamati a farlo tutti.
ü
Alla
luce di tutto questo abbiamo introdotto nella programmazione
pastorale delle conferme e delle novità.
Ascolto
della Parola
§
Manteniamo
la varietà di voci nella catechesi, riduciamo il tempo
dell’annuncio e diamo più spazio al dialogo. I temi
presenteranno quello che accade presso la croce di Gesù e
come esso riviva nel nostro tempo.
§
Come
sempre la catechesi sarà ripresa nei gruppi. I gruppi sono
aperti a chiunque desideri confrontarsi sulla Parola
ascoltata.
Celebrazione
§
Riteniamo
importante sostenere il “gruppo liturgico” che l’anno
scorso ha iniziato a formarsi e ad esprimersi in alcuni
momenti celebrativi.
Il
gruppo è aperto a chi ama e vuole servire la liturgia.
§
Per
la celebrazione dei sacramenti manteniamo l’orientamento
intrapreso l’anno scorso perché siamo convinti che i
sacramenti sono i segni efficaci dell’agire di Dio in
mezzo a noi, non riti o tradizioni sociali.
Questo
passaggio richiede a tutti noi il desiderio di crescere in
verità davanti a Dio e a noi stessi. E’ un’opportunità
grande e preziosa da sperimentare.
§
Rispetto
alla celebrazione dei tempi forti dell’anno liturgico
introduciamo un ritiro comunitario all’inizio di Avvento,
di Quaresima e di Pentecoste.
Pensiamo
che questo aiuti la comunità ad affidarsi di più al
Signore e a lasciarsi trasformare dallo Spirito in famiglia
di Dio.
Carità
§
Occorre
rafforzare realtà già esistenti, come il Fondo di
Solidarietà, e farne partire altre, come il gruppo che si
occupa della missione.
Il
Consiglio Pastorale affida tutto questo alla comunità e la
esorta a camminare secondo lo Spirito per cercare prima di
tutto il Regno di Dio e crescere in Cristo in tutte le cose.
Maria
ci sia vicina in questo nuovo andare.
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