Omelia
del vescovo ai Vespri
Lettura:
1 Corinti 12,4-13
La
parola dell’Apostolo richiama noi tutti al battesimo che abbiamo
ricevuto.
Rinascendo
dall'acqua e dallo Spirito tutti noi siamo stati battezzati in un
solo Spirito per essere un corpo solo e ci siamo abbeverati ad un
unico Spirito.
Ci
ricorda il capitolo 7 di Giovanni, in cui Gesù promette che
dall'intimo del cuore di chi crederà in lui sgorgherà
zampillante una sorgente d'acqua viva.
Questa,
annota l'evangelista, è lo Spirito che Gesù avrebbe dato.
Siamo
dunque nati dall'unico battesimo nel medesimo Spirito.
Dentro
di noi zampilla come sorgente fresca d'acqua viva il medesimo
Spirito.
Dobbiamo
celebrare questa nostra unità in Cristo.
Questa
unità diventa ricchezza nella diversità, ma non incrina
l’unità, non si fa separazione, tanto meno divisione. Il corpo
di Cristo non può essere diviso.
L'apostolo
Paolo ci ricorda che ci sono per noi doni diversi, ministeri
diversi, modi di agire e impegni diversi, ma che lo Spirito è uno
solo.
Questo
Spirito è lo Spirito del Padre, che ci è stato dato per mezzo di
Cristo.
Questo
Spirito è Dio e viene per noi.
A
ciascuno è stata data una manifestazione particolare dello
Spirito.
E’
sempre da questa unica fonte che viene per noi questa acqua che
poi si distingue in rivoli diversi e giunge a portare salvezza e
gioia e a dare vita.
Ogni
manifestazione dello spirito è diversa per ciascuno di noi ma è
data per l'utilità comune.
Se
confrontate questo passo del cap. 12 della lettera ai Corinti con
Ef. 4,10 e seguenti, troverete un'affermazione precisa: ci sono
doni diversi, manifestazioni
dello Spirito differenti per ciascuno di noi, ma perché si
edifichi il corpo di Cristo che è uno.
Vedrete
come continuamente siamo richiamati all'unità.
Ciò che nasce dalla unità della Trinità si diversifica
in ciascuno di noi, perché, con il concorso leale e impegnato di
tutti, ricostruisca l'unità della Chiesa, Corpo del Signore.
Qualche
volta noi abbiamo bisogno di guardare con più fede a questa
realtà, per cogliere in questa luce che viene dalla verità le
nostre diversità, i nostri diversi modi di pensare e di agire.
Nella
vostra comunità c'è bisogno ogni giorno di riscoprire la
presenza dello Spirito che si manifesta così differente, varia e
ricca nel volto e nella vita di ciascuno.
Non
lo so. Probabilmente siete abituati a questo sguardo di fede.
Mentre
contemplate che cosa lo Spirito sta facendo per mezzo di voi e tra
di voi, non potete non adorare il Padre che, per mezzo di Cristo,
ve l'ha donato e non potete sottovalutare l'impegno di ricondurre
all'unità le vostre diversità, perché la Chiesa tutta sia come
una sposa che ha una veste bellissima, tutta variegata di colori.
Dal suo stesso vestire essa manifesta una letizia che vive dentro.
Ecco,
sorelle e fratelli miei, ripresi alcuni pensieri dell'Apostolo,
perché l'unità che egli ci ha fatto conoscere nella Trinità si
manifesti anche nella nostra Chiesa, in cui noi viviamo come
membra dell'unico Corpo del Signore.
Siamo
molti e diventiamo per mezzo di Cristo un corpo solo; noi che
partecipiamo ad una sola mensa, noi che siamo stati battezzati
nell'acqua e nello Spirito, noi che ci abbeveriamo all'unica fonte
fresca dello Spirito, noi che siamo chiamati ad essere diversi nei
doni, e nel servizio, perché l'unità sia ricchezza, bellezza e
armonia.
Camminate
secondo lo Spirito.
Questo
il Signore voleva dirci facendoci rileggere la parola
dell'apostolo Paolo alla comunità di Corinto.
E'
una parola che va al di là del tempo e delle circostanze ed è
luce per ogni comunità cristiana che professa la sua fede nel
nome di Cristo, che è battezzata nello Spirito e che riconosce la
gloria dell'unico Padre.
1.
Relazione
Tutti sappiamo i motivi di questo nostro incontro.
Si
tratta di verificare il cammino compiuto in cinque anni, per
conoscere meglio la realtà pastorale della nostra parrocchia, di
sentire quello che il Vescovo, pastore della diocesi e di tutte le
comunità che la compongono, ci vorrà
indicare e di andare
avanti insieme nell’impegno pastorale.
Il 29.09.1985 segna la data di inizio del cammino che stiamo per
verificare.
La parrocchia accoglie il nuovo parroco. C'è in tutti una forte
attesa.
Il Vescovo propone questi obiettivi:
- far
diventare la parrocchia una comunità di preghiera;
-
mettere l'Eucarestia al centro della comunità cristiana, perché
essa è la forza che unisce i fratelli e fa di loro un corpo
solo, una chiesa;
- fare
della difesa e della promozione dei più poveri un dovere
evangelico, in modo che nella comunità nessuno siano tutti
fratelli;
- essere
corresponsabili, cioè svolgere ognuno il compito che lo Spirito
Santo gli affida.
La proposta del Vescovo viene condivisa. Essa però richiede una nuova
evangelizzazione, che, a sua volta, domanda un ripensamento
della pastorale.
Già nel 1985 parte la fase di avvio, che si svolge in due momenti:
- Le
riunioni del Consiglio pastorale vengono allargate a tutti allo
scopo di suscitare corresponsabilità e di coinvolgere nuove
persone;
- La
preparazione del Convegno diocesano "Riconciliazione
cristiana e comunità degli uomini", ci fa prendere coscienza
della necessità della conversione e di
una nuova evangelizzazione.
Dal 1986 iniziano anche le concretizzazioni pastorali:
Coloro che accettano di collaborare alla pastorale si
dividono in dieci Commissioni e la parrocchia viene divisa in
dieci zone pastorali.
Nel Natale del 1986 viene eletto il nuovo Consiglio
pastorale, formato dagli animatori della pastorale.
La nuova evangelizzazione parte dagli adulti, che
hanno importanza nella comunità, e dai sacramenti che sono
celebrati da tutti.
Da questo avvio prendono corpo nuove realtà
pastorali.
1.1
La famiglia.
La famiglia è stato il primo tema affrontato nella catechesi agli
adulti. Scoprire la famiglia è scoprire anche la comunità
cristiana, perché parrocchia e famiglia sono due mondi
intercomunicanti, due realtà che vivono e crescono insieme.
Sentiamo dal Delegato Famiglia, Vincenzo Olto, come è nata e si
sviluppa la pastorale familiare.
RELAZIONE
DELLA COMMISSIONE FAMIGLIA
Il
piano pastorale diocesano e quello foraniale hanno avuto in questi
cinque anni due obiettivi principali: i giovani e la famiglia. Noi
in parrocchia abbiamo iniziato dalla famiglia e abbiamo scelto di
metterla al centro della pastorale.
Vediamo
ora il cammino che abbiamo fatto dal 1986 ad oggi e la
situazione in cui ci troviamo rispetto a questo punto fermo da
cui siamo partiti.
Il
motivo di fondo per cui si è avviata la pastorale familiare è
stata la necessità di una nuova evangelizzazione fatta con lo
scopo di creare persone mature nella fede.
Siamo
partiti dalla catechesi sui sacramenti, che sono richiesti da
tutti i fedeli.
Abbiamo
iniziato dal matrimonio (1° anno) e abbiamo proseguito con la
riconciliazione (2° anno), con l'Eucarestia (3° anno) e con il
Sacerdozio (4° anno).
Alla
catechesi hanno partecipato 60/70 persone, in maggioranza coppie
di sposi. Dopo circa un anno abbiamo iniziato a far seguire ad
ogni annuncio di catechesi una riflessione fatta per gruppi
distinti, allo scopo di capire meglio il messaggio
e di confrontare le nostre esperienze di vita.
Vogliamo
sottolineare che l'esperienza del gruppo è stata ed è tuttora
momento di arricchimento, perché aiuta la crescita nella fede e
nell'amicizia tra le persone e soprattutto la presa di coscienza
di che cosa significa essere cristiani in questo tempo e in questo
luogo in cui siamo chiamati a vivere.
Il
gruppo ci aiuta ad essere Chiesa.
Nel
1987 è iniziata la scuola foraniale di formazione per coppie
animatrici della pastorale familiare; quattro coppie della nostra
parrocchia hanno già concluso il biennio di formazione e altre
cinque lo stanno ancora seguendo.
La
scuola è stata determinante per il cammino dei nostri gruppi in
quanto ha preparato animatori della pastorale familiare e ci ha
permesso di adottare in parrocchia il metodo della revisione di
vita sperimentato nella scuola.
Circa
un anno fa abbiamo deciso di dividere i gruppi secondo le zone
pastorali della parrocchia, per avviare in esse le comunità di
base con il desiderio di arricchire nello stesso tempo le zone e
la pastorale familiare.
Questo
ha richiesto un rimescolamento che non è stato accettato da
tutti, per cui si è determinata una flessione nella
partecipazione ai gruppi.
Riteniamo
di aver già ottenuto i seguenti risultati:
-
una collaborazione stretta tra famiglia e oratorio in quanto le
famiglie sono state e sono ancora un fattore determinante per la
nascita e il cammino dell'oratorio;
-
la costituzione della "commissione famiglia", nata
dall'esigenza di avere un coordinamento dell'attività dei vari
gruppi, di lavorare insieme con la forania e di programmare
iniziative concrete rivolte alle famiglie della comunità
parrocchiale, quali i momenti di festa, le ferie estive,
celebrazione della festa della famiglia ecc.;
-
la testimonianza costante di un nuovo modo di fare comunità
all'interno della parrocchia.
I
principali problemi che abbiamo attualmente e che vorremmo
sottoporre all'attenzione di tutti sono i seguenti:
-
Il numero di persone che
partecipano ai gruppi è limitato: siamo 40 persone, potremmo
essere molti di più.
Il
metodo che usiamo attualmente di alternare catechesi e revisione
di vita è molto qualificante per coloro che vi partecipano, ma è
probabilmente un freno per molti altri, perché richiede impegno
e apertura. Sentiamo comunque l'urgenza di allargare ad altri la
nostra esperienza, anche per poter realizzare l'obiettivo di un
servizio concreto delle famiglie alla pastorale parrocchiale.
-
Un secondo problema molto sentito è la difficoltà che
incontriamo a camminare assieme. Ci accorgiamo che non basta
conoscerci e coinvolgerci. E' sempre facile indulgere al giudizio
e alla critica, che finiscono per frenare il cammino che stiamo
facendo.
-
C'è infine il problema della carenza di coppie giovani
all'interno dei nostri gruppi. Secondo noi ciò è dovuto sia al
fatto che esse corrispondono a quella fascia di età che per il
passato non ha partecipato alla vita parrocchiale, sia al fatto
che la preparazione dei fidanzati al matrimonio non riesce ad
incidere molto, sia perchè i nostri fidanzati risiedono in
parrocchie diverse sia perchè molti preferiscono partecipare ai
corsi organizzati in forania, facili e poco impegnativi.
Anche
noi, come ogni famiglia, abbiamo i nostri obiettivi e le nostre
speranze.
Gli
obiettivi a breve sono quelli di avviare in parrocchia una
esperienza permanente di preparazione ai fidanzati, a cui vorremmo
poter dare la possibilità di incontrarsi per continuare la loro
formazione, e di avere delle coppie che si occupino della
preparazione dei genitori al battesimo dei loro figli.
La
speranza è quella di veder crescere l'interesse della gente
intorno alla pastorale familiare e di poter contare su altre
realtà parrocchiali con cui confrontarci per crescere insieme.
.
1.2
Le
comunità di base.
La vita di una comunità dipende dalla comunione che esiste fra le
persone.
Il Consiglio pastorale ha deciso di formare dei gruppi di comunione
legati al territorio dove le persone vivono, per accrescere la
comunione ecclesiale. Il consiglio pastorale ha deciso di
esplorare questa possibilità.
Sentiamo la situazione presentata dall’incaricato per le zone
pastorali Alberto Tonon.
RELAZIONE
DEI RESPONSABILI DELLE ZONE
Dall'analisi
della situazione della nostra parrocchia, effettuata nei vari
incontri tenuti nel 1986, è emersa la necessità di
riorganizzare l'attività pastorale, per raggiungere gli
obiettivi che ci andavamo proponendo.
Una
delle prime iniziative è stata quella di suddividere la
parrocchia in dieci zone, dove far incontrare le famiglie.
Volevamo
così dare la possibilità ai nuovi arrivati di inserirsi nella
nostra comunità cristiana, favorire la conoscenza tra le famiglie
e suscitare condivisione e collaborazione con le iniziative
pastorali che stavano nascendo.
Gli
incontri di zona sono stati un'occasione per facilitare il
rapporto con il parroco, per far circolare informazioni sulla vita
della parrocchia, per pregare insieme, per conoscere le decisioni
del Consiglio pastorale, per rivolgere una prima catechesi agli
adulti e per individuare i bisogni della gente.
In
questo lavoro si è rivelato prezioso l'apporto di coloro che si
trovavano impegnati nelle varie attività pastorali e che
seguivano con assiduità gli incontri di catechesi, perché
portavano nelle zone l'esperienza maturata in parrocchia.
Abbiamo
notato queste difficoltà:
Le
persone più attive in zona si trovavano oberate da troppi impegni
e finivano con il dare la precedenza agli incontri fatti in
parrocchia.
E'
mancata la partecipazione dei giovani.
E’
stato difficile fare con la gente un salto di qualità, cioè
passare dalle loro attese a iniziative di formazione, anche
perchè nelle zone si ritrovano
persone che non frequentano la parrocchia e sono poco
disponibili ad mpegnarsi in essa.
Per
questi motivi le attività pastorali nelle zone si sono diradate
ed in alcune sono state sospese del tutto.
Al Consiglio pastorale è emerso l'interrogativo di
riformulare l'impegno pastorale nelle zone o di rinunciarvi.
La
decisione è stata di mantenere l'impegno in zona e di
qualificarlo.
Si
decise di costituire vere e proprie comunità di base, sostenute
dalla scelta di diventare piccole comunità, intermedie tra famiglia e
parrocchia.
Si
è allora ritenuto opportuno che esse sorgessero attorno ai
gruppi famiglia, che avrebbero compreso nella sua attività anche
l'animazione delle zone.
Il
lavoro nelle zone sta così riprendendo su base nuova.
Si
fa insieme una lettura della Parola di Dio, una riflessione e un
momento di preghiera, rimandando il resto a brevi comunicazioni.
Questo
avviene solo nelle zone dove è stata iniziata l'animazione da
parte di gruppi famiglia. Il cammino si è rivelato faticoso. In
alcuni casi gli incontri danno risultati positivi, in altri ci
sono poco entusiasmo e scarsa partecipazione.
Ci
sembra che le motivazioni siano da ricercare nella novità della
impostazione e nell'impegno che si richiede alla gente.
Gradiremo
sapere se la scelta è da perseguire.
1.3
I giovani.
Nell'ottobre 1986 viene varato il piano pastorale diocesano, che sceglie
come priorità pastorali la famiglia e i giovani. Il consiglio
pastorale, in accordo con la forania, mette a fuoco la pastorale
giovanile.
La scelta corrisponde ai bisogni reali della parrocchia.
Ce ne parla il delegato giovani Claudio Baldan.
RELAZIONE
DEL DELEGATO GIOVANI
Nel
1986 la comunità parrocchiale fa una proposta di aggregazione ai
giovani del quartiere. La risposta è positiva: oltre 70 giovani
dell'età dai 18 ai 24 anni accolgono l'invito.
Forse
perchè la proposta non risponde alle attese di tutti o perchè
i giovani, che non si conoscono tra di loro, hanno difficoltà
ad aggregarsi.
Dopo
pochi incontri il numero va visibilmente diminuendo, si
stabilizza su circa 15 persone. Con questi ha inizio una
attività articolata in incontri settimanali.
Varie
tematiche si susseguono. Non viene tralasciato il confronto con la
Sacra Scrittura e con il Vangelo.
Il
gruppo vive l'esperienza dell'incontro settimanale e di iniziative
e di proposte come il cineforum, le mostre artistiche e espressive
del quartiere, i piccoli momenti di festa insieme e qualche
uscita.
Due
anni dopo la parrocchia rinnova l'invito a tutti i giovani e
l'esperienza si ripete. Gli incontri questa volta sono segnati da
un'unica tematica: l'amore.
Solo
alcuni giovani ora continuano con periodicità un'attività di
gruppo.
Nell'estate
'88 la parrocchia organizza un campo scuola a cui partecipano
ragazzi che in quell'anno avevano ricevuto il sacramento della
Cresima.
L'esperienza
apre un nuovo sentiero.
Nasce
così una nuova realtà giovanile. Il gruppo viene seguito da una
suora salesiana e partecipa ad alcune esperienze tra i salesiani:
feste, momenti di animazione, corsi per animatori, incontri
vocazionali.
Nell'estate
'89 il gruppo viene trascinato nell'avventura del grest estivo e
molti ragazzi ripetono l'esperienza del campo scuola parrocchiale.
Con
l'ottobre dello scorso anno il gruppo giovanile si ritrova per
l'animazione dell'oratorio e della Messa festiva delle 9,30.
Nel
loro tempo libero i giovani fanno esperienza della gioia e della
fatica del dono di sé agli altri.
Nel
'89 la parrocchia getta le fondamenta per un nuovo pilastro di
sostegno alla
pastorale giovanile. Per tutti i giovani iniziati al
sacramento della Cresima negli ultimi quattro anni parte la
proposta di un cammino verso la Comunione di maturità. Agli
incontri settimanali aderiscono circa 40 giovani.
La
catechesi è centrata sul tema dell'Eucarestia.
Gli
incontri però non tralasciano i momenti di dialogo e di confronto
con realtà e persone diverse, allo scopo di scoprire il Cristo
nella quotidianità della vita.
Il
gruppo giovani ha ora il bisogno e la necessità di inventare
attività per quei giovani che cercano nella parrocchia soltanto
uno spazio di accoglienza o spazi di confronto e di crescita
umana.
Nasce
l’opportunità di rendere possibile per questi giovani il
momento della formazione, dell'accoglienza, del gioco o, più
semplicemente, del ritrovo.
Ora
un altro gruppo di cresimati sta affacciandosi all'età
giovanile. E' quindi possibile creare tre gruppi giovanili
distinti per fasce di età, così da rispondere meglio alle
esigenze di ciascun gruppo. Ora è possibile anche formare una
commissione di giovani che rappresenti quanti di loro lavorano
nell'oratorio o nelle altre attività parrocchiali e operi per
tutti i giovani della parrocchia in collegamento con le realtà
presenti nel quartiere e con i giovani della forania.
Se
non mancheremo a questo appuntamento la pastorale giovanile
renderà possibile anche nella nostra parrocchia una presenza dei
giovani significativa per la gioventù e per tutta la comunità.
1.4
L’oratorio
L’attività dell’oratorio inizia come frutto della pastorale
familiare e dell'impegno dei giovani. Le Suore salesiane, presenti
in parrocchia come catechiste, si offrono di animare questa
realtà.
Il responsabile della Commissione oratorio, Lino Ongaro, ce la presenta.
RELAZIONE
DELLA COMMISSIONE ORATORIO
L'oratorio
a Campolongo nasce nel 1987 da un gruppo di genitori che, a
conclusione di un anno di catechesi proposto dalla pastorale
parrocchiale per gli adulti, intuisce l'importanza e la
necessità di creare uno spazio per ragazzi all'interno della
comunità.
Fin
dal primo momento appaiono evidenti le difficoltà.
Si
lavora con entusiasmo ma non è sufficiente per continuare il
cammino intrapreso. Dopo due anni circa il gruppo sente il
bisogno di verificare l'attività e vede la necessità di una
impostazione diversa.
Nello
stesso periodo si lavora alla ristrutturazione degli edifici
parrocchiali.
L'attività
dell'oratorio subisce un momento di pausa, ma intanto un gruppo di
ragazzi, che aveva fatto un buon cammino in preparazione alla
Cresima e condivideva l'esperienza del ritrovarsi assieme
all'oratorio, esperimenta alcuni momenti di festa e di preghiera
con i Salesiani.
La
commissione oratorio capisce che stanno per nascere nuove
sensibilità tra questi giovani e che essi sono una promessa per
la comunità parrocchiale.
Dalla
collaborazione tra parrocchia e suore Salesiane si sviluppa
l'attuale attività.
Il
progetto educativo dell'oratorio può essere così sintetizzato.
-
L'oratorio nasce dalla comunità parrocchiale come strumento per
la formazione umana e cristiana delle giovani generazioni.
-
Le molteplici attività dell'oratorio hanno lo scopo di educare
il giovane secondo il Vangelo, prendendo come modello la figura
di Gesù Cristo, nel cui mistero trova piena luce la vocazione
dell'uomo.
-
Le proposte dell'oratorio, intendono promuovere la persona
secondo le sue dimensioni fondamentali: la conoscenza, l’affidità
e i comportamenti.
-
L'oratorio innanzitutto convoca, cioè aggrega intorno ad
esperienze e attività. In secondo luogo accoglie coloro che ha
convocato. In terzo luogo propone ed al centro della proposta
dell’oratorio è la persona di Gesù, presente e viva nella
chiesa.
E'
su questi punti che l'oratorio attualmente cerca di svolgere il
suo impegno, sostenuto dalla commissione, dalle suore e da 30
animatori.
E'
rivolta prevalentemente a ragazzi e ragazze di età fra i 6 e i 13
anni.
Durante
l'anno scolastico si svolge il sabato pomeriggio e, per qualche
iniziativa particolare, la domenica e in altri giorni festivi o di
vacanza.
Quest'anno
frequentano l'oratorio 80 ragazzi circa.
Durante
l'estate si svolge il grest per un periodo di 30 giorni. L'estate
scorsa hanno frequentato il grest 90 ragazzi.
Un'attenzione
particolare viene data alla formazione degli animatori, per i
quali
organizziamo
ncontri in parrocchia, ritiri e una tre giorni nel periodo
natalizio.
Per
il futuro ci proponiamo di continuare e migliorare la nostra
attività.
Ci
sembrano prioritarie queste cose:
-
coinvolgere ulteriormente le famiglie dei bambini, perché la
crescita educativa dipende anche dalla collaborazione
famiglia-oratorio.
-
rinforzare anche la commissione, dove occorrerebbero altre
persone che si dedichino con generosità a questa missione.
-
creare, con la collaborazione dei gruppi giovanili, nuovi spazi di
accoglienza rivolti ai giovani dai 14 ai 18 anni, che richiedono
uno spazio loro, come luogo di ritrovo, di confronto, di
accoglienza e di incontro con altre realtà della comunità
parrocchiale.
- assicurare, con la collaborazione del Circolo
parrocchiale, il servizio bar durante i tempi dell'oratorio,
soprattutto nel periodo estivo.
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