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Contempliamo, o Dio, le meraviglie del tuo amore

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La grazia che sgorga dalla morte e risurrezione di Gesù è così abbondante e potente da rinnovare la Chiesa ed ogni credente.

Le meraviglie dell’amore di Dio non sono finite con il sepolcro vuoto, continuano anche in mezzo a noi, e sono visibili a chi ha occhi che sanno contemplare.

Domenica scorsa, 16 bambini hanno celebrato l’Eucaristia, la prima di altre comunioni con Gesù, l’inizio di una partecipazione al corpo di Gesù, la Chiesa, che diverrà sempre più consapevole.

Sabato, 21 ragazzi hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo, dato loro in dono per vivere la piena conformità a Cristo sacerdote, re, profeta, e per essere testimoni e costruttori del Regno.

Sabato 13 maggio, benediremo l’Icona della Pentecoste.

Collocata nella parete del battistero essa ci ricorderà che siamo, e sempre diventiamo, una comunità cristiana che nasce dall’acqua e dallo Spirito.

Domenica 28 maggio celebreremo la Festa dell’appartenenza, per ringraziare il Signore del dono della comunità e per esprimere la bellezza di rispondere al Suo disegno di essere Chiesa.

Le meraviglie del tuo amore, o Dio,

    incoraggiano il nostro cammino e lo sostengono.

Suscitano in noi umiltà e obbedienza.                  

Rita

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La preghiera a Bose

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Continuiamo la pubblicazione della meditazione di Guido Dotti,

monaco di Bose, sulla preghiera nel suo monastero.

L'insieme di questi tempi di preghiera comunitaria, che a Bose attinge elementi dalle tradizioni liturgiche delle Chiese d'oriente e d'occidente, tende a far corpo con la preghiera personale quotidiana che ciascuno è chiamato a sostenere nel silenzio e nella solitudine del­la propria cella, soprattutto attraverso la lectio divina al mattino e la compieta al termine della giornata.

Ma es­sa fornisce anche il nutrimento di quella costante me­moria Dei, di quel frequente ripetere un versetto del Vangelo che compagina attorno alla Parola fatta carne l'intera giornata con le sue variegate attività.

La lectio divina, antico e semplice metodo di «pre­gare la Parola», ha radici bibliche e giudaiche e consente di affermare giorno dopo giorno la reale signoria della Parola sulla propria vita e sulla propria persona, liberando da forme di pre­ghiera troppo individualiste e immettendo l'orante nell'oggettività della partecipazione alla preghiera di Cristo al Padre.

Non è quindi una pratica riservata ai monaci, ma è alla por­tata di ogni credente; è un «metodo» che si può insegnare, e a Bose si cerca di trasmetterlo, con modalità diffe­renti, sia agli ospiti sia a quanti si affacciano alla vita monastica.

L’autenticità della preghiera può passare attraverso dei metodi più o meno antichi e autorevoli, ma resta comunque libera da qualsiasi codificazione troppa angusta.

Nella lectio divina si legge, si medita, si prega la Parola, accostan­dola nella stessa fede con cui è stata messa per iscritto, sotto la guida dello stesso Spirito che l'ha suscitata, per giungere, oltre che alla contemplazione del volto di Dio, alla capacità di «contemplare» se stessi, gli altri e gli eventi della vita come Dio stesso li contempla, e al dono di guardare la realtà con lo sguardo stesso di Dio.

/continua nel prossimo numero/

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IL RITIRO DEGLI OPERATORI PASTORALI

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Da alcuni anni concludiamo l’anno pastorale con un ritiro degli operatori che sostengono l’attività pastorale della nostra comunità.

E’ un giorno dedicato alla verifica sulla attuazione del piano pastorale, sulle difficoltà incontrate e sui risultati conseguiti e alla ricerca di idee nuove per il cammino futuro. Il ritiro si svolge in un clima di ascolto della parola di Dio e di preghiera, per crescere insieme nella fede e nella testimonianza mettendo a fuoco il compito missionario di tutti.

Non possiamo essere annunciatori improvvisati e solitari del vangelo.

Agli operatori pastorali è chiesto di maturare una relazione forte con Gesù  sia nella vita personale sia nel commino della comunità cristiana.

E’ evidente oggi una forte incoerenza fra il vangelo e la vita quotidiana. Occorre ripensare l’essere “chiesa” in modo nuovo e rilanciare “il servizio pastorale” come testimonianza viva e coerente a Cristo.

Il popolo di Dio deve esercitare la propria ministerialità nella catechesi, nella liturgia, nelle relazioni fraterne e nei servizi manuali.

Il ritiro sarà domenica 11 giugno, festa della Trinità.

Lo pensiamo come un confronto tra gli operatori e il nuovo consiglio pastorale su alcuni temi concreti più urgenti.

Venerdì 5 maggio, alle ore 20.30, ci sarà un primo incontro.

Consiglio e operatori pastorali prepareremo insieme la giornata di ritiro. Sarà l’occasione per assumere con impegno questa iniziativa.

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L’ICONA DELLA PENTECOSTE

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Sabato 13 maggio, alle 20.30, benediremo la nuova icona.

Nei prossimi giorni teniamo una serie di incontri per spiegare perché abbiamo pensato di dotare la nostra chiesa parrocchiale di questa nuova opera d’arte, che completa la serie dei misteri della salvezza illustrati in modo mirabile nei nostri affreschi.

Sarà un’occasione per capire l’arte dell’icona, che ha avuto sempre, soprattutto nella Chiesa orientale, un grande ruolo nel dire la fede, e per amare la Pentecoste, come l’evento nuovo che salva il mondo.

L’iniziativa è rivolta a tutti e si svolgerà secondo un calendario che pubblicheremo sul prossimo numero di Annuncio.

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Lunedì, S.Giuseppe lavoratore, la Messa é alle 8.30

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