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La prima celebrazione mariana dell’anno liturgico è la solennità della “Immacolata concezione della beata vergine Maria”, in tempo di avvento.

La liturgia della Parola propone il dialogo tra Dio e Maria nella annunciazione, rapportato con il dialogo tra Dio e Adamo dopo il peccato e una lode a Dio per quello che compie in Cristo per noi. L’annunciazione dà il nome alla nostra chiesa parrocchiale, stende il suo manto sul presbiterio delle nostre celebrazioni, è l’icona che accompagna questo anno pastorale e riempie di sé l’Ave Maria, che ha tanta parte nelle preghiere della devozione mariana del popolo.

L’Ave è nata e si è diffusa entro una cultura religiosa che ha rivestito la fede in un’epoca particolare della storia della Chiesa. E’ giusto e doveroso che la preghiera si esprima nella cultura di ogni epoca. Infatti, anche la Bibbia è stata scritta entro una cultura lontana da noi ed ha bisogno di essere attualizzata nella nostra cultura.

Il cambio di cultura non muta la fede ma solo il suo vestito.

Ho cercato alcuni testi biblici che hanno ispirato l’Ave Maria e tento di esprimere in un modo semplice la fede che annunciano.

Il primo enunciato esprime Lc 1, 28.

L’angelo saluta Maria secondo lo stile biblico.

PIENA DI GRAZIA è il  nome con cui l’angelo chiama Maria, un nome bellissimo che significa: Dio ti riempie sempre di grazia, cioè della santità, in passato, nel presente e nel futuro, perché Dio ti ha scelta nel suo cuore prima ancora della creazione del mondo.

La grazia è dono gratuito e insieme condizionato all’accoglienza e alla valorizzazione che Maria ne farà nella sua vita.

IL SIGNORE E’ CON TE: i doni del Signore sono per sempre e quindi egli li mantiene operativi sempre e contro ogni difficoltà.

RALLEGRATI: i doni di Dio sono sempre fonte di gioia (cf. Zac 2,14).

Il secondo enunciato esprime Lc 1, 42.

Elisabetta dice bene di Maria. La preghiera è dire bene, perché la lode per i doni di Dio esprime magnificamente la riconoscenza.

I doni di Dio per lei sono: vergine che Dio ha consacrato a sé e che risponde amando prima Dio e madre del suo unigenito fatto uomo.

Maternità nel concepire Gesù, nel portarlo nel ventre alimentandolo, nell’educarlo secondo il suo cuore, nell’accompagnare i suoi passi e nel farsi sua discepola nel tempo in cui si è manifestato al mondo.

Il terzo enunciato esprime Gv 19,26-27.

Gesù morente in croce vede la madre e astante il discepolo che ama, segni della famiglia in cui è nato e della famiglia dei discepoli, la sua.

Crea tra loro un legame intenso, significato dalle parole madre- figlio, che caratterizza ogni amore sacramentale nel regno di Dio, unione di  umano e divino: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.

PREGA PER NOI PECCATORI, che non rispondiamo come te a Dio.

Sono brevi note che propongo per il tempo di avvento, anche in vista di alcuni incontri di preghiera nella casa in via degli olmi, nei quali singoli e gruppi mediteranno su come accogliere la venuta di Dio. Gli enunciati dell’Ave Maria, posti sotto a fianco dell’icona, possono essere pregati insieme o singolarmente a modo di  giaculatoria. Non sostituiscono l’Ave Maria né la esauriscono ma la presentano in modo da essere significativa e nutriente nella nostra cultura.

                                 Don Carlo

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