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Parrocchia di Campolongo in Conegliano

anno 17  n. 23       04. 05. 2008   

 

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  cinquanta giorni dopo

la grande veglia pasquale i cristiani ritornano a vegliare, per invocare la discesa dello Spirito Santo e per accoglierlo in tutta la sua potenza e novità. Dal giorno di Pentecoste gli amici di Gesù, fino a quel momento dubbiosi e tristi, diventano testimoni coraggiosi e gioiosi del Risorto, nascono come Chiesa, manifestano una novità di vita che scuote ed interroga.

La liturgia prevede che la solennità di Pentecoste sia preceduta da un tempo di preghiera che ricalca la veglia di Pasqua, la madre di tutte le veglie. 

L’esistenza dei credenti e della Chiesa è come una lunga veglia ed un’incessante invocazione. Viviamo in virtù dello Spirito Santo, della sua presenza viva e vivificante in noi, del suo raccontare del Padre e di Gesù.

Se invocato, lo Spirito viene.

Se accolto, trasforma.

Se liberato, apre spazi nuovi.

Vegliamo in preghiera in attesa dello Spirito, in Cattedrale a Vittorio Veneto oppure in parrocchia.

E quando si rinnoverà per noi il prodigio della Pentecoste, la nostra vita lo mostrerà.                    Rita

 

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Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito

 

La vostra ferita è anche nostra

 

Vorrei ora essere capace di ascoltare le vostre domande e le vostre riflessioni. Anche noi uomini di Chiesa sappiamo che la fine di un rapporto sponsale per la maggior parte di voi non è stata una decisione presa con facilità, tanto meno con leggerezza. E’ stata piuttosto un passo sofferto della vostra vita, un fatto che vi ha interrogato profondamente sul perché del fallimento di quel progetto in cui avevate creduto e per il quale avevate investito molte vostre energie. Certamente la decisione di questo passo lascia ferite che si rimarginano a fatica. Forse si insinua persino il dubbio sulla possibilità di portare a termine qualcosa di grande in cui si è fortemente sperato; inevitabile sorge la domanda sulle eventuali reciproche responsabilità; acuto si fa il dolore di essersi sentiti traditi nella fiducia riposta nel compagno o nella compagna che si era scelto per tutta la vita; si è presi da un senso di inadeguatezza verso i figli coinvolti in una sofferenza di cui essi non hanno responsabilità.

Conosco queste inquietudini e vi assicuro che esprimono un dolore e una ferita che toccano l’intera comunità ecclesiale. La fine di un matrimonio è anche per la Chiesa motivo di sofferenza e fonte di interrogativi pesanti: perché il Signore permette che abbia a spezzarsi quel vincolo che è il “grande segno” del suo amore totale, fedele e indistruttibile? E come noi avremmo forse dovuto o potuto essere vicini a questo sposi? Abbiamo compiuto con loro un cammino di vera preparazione e di vera comprensione del significato del patto coniugale con cui si sono legati reciprocamente? Li abbiamo accompagnati con delicatezza e attenzione nel loro itinerario di coppia e di famiglia, prima e dopo il matrimonio? Queste domande e questo dolore noi li condividiamo con voi e ci toccano profondamente perché investono qualcosa che ci riguarda da vicino: l’amore, come il sogno e il valore più grande nella vita di tutti e di ciascuno. Penso che come sposi cristiani possiate comprendere in che senso tutto questo ci tocca profondamente. Voi avete chiesto di celebrare il vostro patto nuziale nella comunità cristiana, vivendolo come un sacramento, il grande segno efficace che rende presente nel mondo l’amore stesso di Dio. Un amore totale, indistruttibile, fedele e fecondo, come è l’amore di Cristo per noi. E celebrando il vostro matrimonio la comunità cristiana ha riconosciuto in voi questa nuova realtà e ha invocato la grazia di Dio perché questo segno rimanesse come luce e annuncio gioioso per coloro che vi incontrano. Quando questo legame si spezza la Chiesa si trova in un certo senso impoverita, privata di un segno luminoso che doveva esserle di gioia e di consolazione. La Chiesa quindi non vi guarda come estranei che hanno mancato a un patto, ma si sente partecipe di quel travaglio e di quelle domande che vi toccano così intimamente. Potrete allora comprendere, insieme ai vostri sentimenti, anche i nostri.

 

Di fronte alla decisione di separarsi

 

Vorrei ora mettermi accanto a voi e provare a ragionare con voi sui molti passi e le molte prove che vi hanno condotto a interrompere la vostra esperienza coniugale. Posso solo provare a immaginare che prima di questa decisione abbiate sperimentato giorni e giorni di fatica a vivere insieme; nervosismi, impazienze e insofferenza, sfiducia reciproca, a volte anche mancanza di trasparenza, senso di tradimento, delusione per una persona che si è rivelata diversa da come la si era conosciuta all’inizio. Queste esperienze, quotidiane e ripetute, finiscono con il rendere la casa non più un luogo di affetti e di gioia, ma una pesante gabbia che sembra togliere la pace del cuore. Si finisce con alzare la voce, forse anche con mancarsi di rispetto, trovare impossibile ogni concordia. E si sente che non si può più continuare la vita insieme. No, la scelta di interrompere la vita matrimoniale non può mai essere considerata una decisione facile e indolore! Quando due sposi si lasciano, portano nel cuore una ferita che segna, più o meno pesantemente, la loro vita, quella dei loro figli e di tutti coloro che li amano (genitori, fratelli, parenti, amici). Questa vostra ferita anche la Chiesa la comprende. Anche la Chiesa sa che in certi casi non solo è lecito, ma può essere addirittura inevitabile prendere la decisione di una separazione: per difendere la dignità delle persone, per evitare traumi più profondi, per custodire la grandezza del matrimonio, che non può trasformarsi in un’insostenibile trafila di reciproche asprezze.

 

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CALENDARIO LITURGICO

Ascensione:          At.1,1-11; Ef. 1,17-23; Mt. 28,16-20

anno A                                                       3 salterio

Martedì

6

8.30

memoria di De Giusti Giacomo

 

Mercoledì

7

 

18.30

 

memoria defunti Rosolen

memoria di Antiga Ersilia

 

Giovedì

8

8.30

memoria di Ros Angelo

Venerdì            

9

18.30

 

memoria di Toppan Leo

 

Sabato

10

 

 

Veglia di Pentecoste alle 21.00. Non c’è la messa

Domenica

 

Pentecoste

 

11

9.00

 

 

 

 

10.30

memoria di Zaniello Maddalena in Mandia

memoria di Momesso Lorenzo

memoria di Casagrande Remigio Spinato

memoria di Steffan Teresa

intenzione di Grosso Paolo e Susy

 

memoria di Moras Giuliana

memoria di Ros Pierangelo

memoria di Pavan Eugenio

memoria di Toè Elsa

 

 

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CALENDARIO   PASTORALE  

     Nel mese di maggio, alle ore 19.30 

dal lunedì al sabato, 

recita del Rosario in Cappella

    Martedì 6,

 incontro del gruppo liturgico

Mercoledì 7

 giovani del post cresima 

ore 19.30

Mercoledì 7 

apertura degli spazi parrocchiali per giocare e stare insieme.  

ore 20.30

 

 Mercoledì 7 maggio, alle 20.30,

incontro dei genitori

dei bambini 

che il 25 maggio fanno la 1° comunione

Giovedì 8, 

incontro genitori di 3° e 4° elementare. 

Ore 20.30

   

 confessioni:

venerdì   9 con d. Roberto

sabato 10 con d. Carlo

dalle ore 16.00 alle 19.00

 

 

Sabato 10 maggio alle ore 21.00

Veglia di Pentecoste

Non ci sarà la Messa delle 18.30  

 

oppure in Cattedrale alle ore 20.30

 

Domenica 18 maggio

 

Festa dell’appartenenza

 

 La Messa delle ore 10.30 viene

celebrata nella palestra di Via Monticano

 

Iscrizioni al pranzo:

 presso il bar del Circolo dal 3 all’11 maggio

- la domenica dopo le Messe

- i giorni feriali dalle 18.00 alle 20.00

 

 

La quota è di euro 12,00

Per i bambini fino ai 10 anni è euro 6,00

 

Il pranzo, preparato dalla Polisportiva,

si farà nel capannone di Via Monticano.  

 

 Invitiamo a portare dei dolci

da condividere insieme

 

 

    Domenica 25, alla Messa delle 10.30, prima comunione

 

 

 

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Pagina a cura del gruppo internet della Parrocchia dell'Annunciazione di Campolongo di Conegliano (TV)